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Nessuno si era mai sognato di tagliare gli stipendi dei parlamentari. Gli unici a farlo sono stati i portavoce del MoVimento 5 Stelle e io stesso durante la scorsa Legislatura ho restituito oltre 251 mila euro. Con quei soldi avrei potuto comprarmi casa e macchina di lusso, ma sono più contento averli versati nel Fondo per il Microcredito hanno aiutato le piccole e medie imprese in difficoltà.

Come parlamentari M5S abbiamo restituito l’incredibile cifra di oltre 23 milioni di euro, ma quella che fino a ieri è stata una decisione di buon senso, un giorno sarà la regola per chi avrà il privilegio di sedere in Parlamento.

Tagliare le indennità e l’assegno di fine mandato, rinunciare alle doppie indennità o ai rimborsi per altre cariche istituzionali ricoperte, rendicontare in modo trasparente le spese sostenute anche per collaboratori o eventi organizzati sono gli obiettivi del nostro nuovo Regolamento: un documento che sarà la nostra guida nella lotta ai privilegi.

Proprio ieri l’Ufficio di Presidenza ha dato il via al taglio dei vitalizi, un privilegio riservato a circa 2.600 ex parlamentari. Parliamo di bazzeccole? Non proprio, visto che nel 2016 tra Camera e Senato i vitalizi sono costati circa 193 milioni di euro e nel 2017 oltre 208 milioni di euro. Quando saranno ricalcolati sulla base dei contributi versati (come avviene per ogni comune cittadino), solo per la Camera si risparmieranno 200 milioni di euro pubblici ogni legislatura.

Tra ieri e oggi, insomma, due giornate storiche. E pensate quanti problemi in meno avrebbe questo Paese se tutti i parlamentari ci prendessero come esempio!


Milioni di euro erogati in vitalizi (Camera e Senato, dati 2018 su stima INPS)