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IBM ha recentemente stretto un accordo con BMW per occuparsi del cloud-based data management legato all’iniziativa della casa automobilistica tedesca denominata ‘connected cars’.

Stiamo parlando delle automobili che presto si guideranno da sole, che invieranno e condivideranno una miriade di dati su quello che succede mentre si muovono. Mentre noi diventeremo tutti passeggeri (lettori, spettatori, etc…).

Il programma si chiama CarData e riguarderà circa 8,5 milioni di automobili equipaggiate con un sistema di transfer data. Questo è il futuro che ci aspetta, ma che non aspetta una politica ancora troppo dormiente su questi temi.

Pensate a “Harry”, che in via sperimentale troviamo già nelle strade di Londra:

A Londra stanno testando Harry, un prototipo di navetta senza conducente.
In luoghi non serviti da autobus, tram e treni, il governo britannico mira a implementare il trasporto pubblico grazie a degli shuttle autonomi.
Certo, visto che la velocità raggiunta non supera le 10 miglia orarie e che i passeggeri trasportati sono solo quattro, Harry non è esattamente un campione di velocità. Ma ciò che lo rende formidabile è il sistema Lidar, che utilizza sensori e fotocamere per muoversi attraverso la città.
Gli ingegneri di Oxbotica sperano di far diventare il trasporto automatizzato di uso comune, così come oggi lo è la metropolitana.


Larry, la navetta sperimentale senza conducente.