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Rifiuti partiti dall’Australia e arrivati a Berzo Demo (Brescia). Ventitrè tonnellate contaminate da floruri e cianuri che un’azienda, la Selca, doveva rendere inoffensivi. Ma la società è fallita. Ora i materiali stanno contaminando tutta la zona.

Il rapporto dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, porta la data del 18 aprile 2014. L’oggetto è: “Verifica straordinaria Ditta Selca S.p.A. in fallimento, sita in località Forno Allione nel Comune di Berzo Demo. Attività di vigilanza e controllo: esiti campionamenti su matrice acque profonde. Trasmissione referti analitici e valutazioni dell’agenzia”.

I risultati dell’indagine, condotta su campioni di “acqua di falda” prelevati nel gennaio dello stesso anno, sono chiari e allarmanti. Nel documento si parla di “criticità ambientali in atto meritevoli di attenzione” e di “conclamato aggravamento” della situazione, giunta a “impattare matrici ambientali sensibili precedentemente non interessate da contaminazione”. In altre parole, il veleno c’è e bisogna fare presto, perché è arrivato a contaminare l’acqua dei fiumi e torrenti, come l’Oglio e l’Allione che circondano Berzo Demo e che raggiungono il vicino lago d’Iseo (l’Oglio sfocia poi nel Po).

La Selca rappresenta solo la punta dell’iceberg. L’area di Forno Allione è a vocazione industriale da circa 80 anni. La Selca aveva a sua volta ereditato parte dei terreni che un tempo erano stati occupati dalla Union Carbide, la multinazionale americana responsabile del disastro di Bophal. Dopo decenni di attività, e dopo aver provocato la morte per cancro ai polmoni e alla gola di molti suoi dipendenti (la società, condannata, patteggiò e risarcì le famiglie colpite) la Ucar se ne andò senza bonificare l’aria. Come denunciano le immagini di Sky TG24 e un’interpellanza regionale dell’aprile scorso, nella zona nessuna bonifica degna di questo nome è stata mai effettuata.

Tratto dal Reportage di SkyTg24

Con i colleghi Alberti, Basilio e Sorial, ho chiesto al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio di assumersi responsabilità concrete, in concerto con le amministrazioni locali, sia per la messa in sicurezza che per la relativa bonifica. Da subito quindi deve partire un’indagine finalizzata a chiarire, una volta per tutte, sia la quantità che la qualità di tutti gli inquinanti nella zona. Ho inoltre chiesto di coinvolgere il curatore fallimentare della Selca, il quale ha ottenuto circa 9 milioni di euro dalla vendita dei beni, così da poter definire, intregrare e stanziare, una cifra congrua per la messa in sicurezza della zona.

++++ AGGIORNAMENTI: Domenica 12 aprile ore 16:00, Piazzale antistante ex-Selca, Berzo Demo in Vallecamonica (BS). Insieme ai ragazzi del Meetup Vallecamonica e Alto Sebino, parteciperò alla manifestazione per chiedere la bonifica dell’area. Qui potete trovare tutti i dettagli: http://www.meetup.com/vallecamonica/events/221164736/ ++++

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