L’importante impresa di telecomunicazioni Almaviva ha appena annunciato 2.511 licenziamenti e la chiusura dei call center di Roma e Napoli. A chi non ha mai seguito la vicenda, il numero di lavoratori in gioco appare spaventoso. In effetti lo è, ma ancora più spaventoso e indecente è il fatto che [highlight]da quando il Movimento 5 Stelle ha lanciato l’allarme su Almaviva sono passati due anni e mezzo![/highlight] Era il 27 maggio 2014 quando in Commissione Lavoro abbiamo incontrato i vertici della società per capire come regolare il settore e tutelare imprese oneste e lavoratori spesso precari (qui il mio post).
Da quell’incontro e da un’altra importante audizione (nella quale lessi una significativa testimonianza sullo sfruttamento degli operatori del settore), ma anche dai liberi contributi offerti dai cittadini sulla piattaforma Lex, nacque il lavoro sul [highlight]progetto di legge[/highlight] che chiede:
– Misure per disincentivare e penalizzare la delocalizzazione dei call center;
– Misure drastiche contro il ricorso ai contratti a progetto e di collaborazione, quindi paghe e contratti dignitosiper i lavoratori;
– Misure contro il sistema delle gare «al massimo ribasso», attraverso il quale la Pubblica Amministrazione assegna spesso la gestione dei propri callcenter: un sistema che porta le imprese a comprimere il costo del lavoro e a delocalizzare;
– L’istituzione di un Osservatorio nazionale e controlli puntuali;
– Misure a tutela degli utenti, che prima di qualsiasi operazione devono poter scegliere se fornire o meno i propri dati sensibili a società situate in paesi in cui la tutela della privacy è minore.
Il progetto di legge, annunciato nel settembre 2015, è fermo da mesi e la discussione è stata [highlight]messa in calendario solo nell’aprile di quest’anno[/highlight], ovvero qualche settimana dopo l’annuncio di circa 3.000 esuberi! [highlight]Da allora non ha fatto mezzo passo avanti[/highlight] e ora l’azienda dice di essere costretta a tagliare a causa dell’immobilismo del Governo e del cannibalismo del mercato.
Secondo l’Ad di Almaviva nell’ultimo anno il numero di call center aperti in Albania è raddoppiato e nonostante le promesse il Governo non è mai intervenuto sull’aspetto dei servizi forniti dall’estero. Nel frattempo – lo raccontava un servizio di Tg Parlamento – le imprese aperte dal nulla e che si sono aggiudicate appalti con il sistema del massimo ribasso, magari godendo degli sgravi del Governo, sono decine.
Un’ultima cosa va detta. Fin dall’inizio abbiamo ribadito [highlight]che a monte c’è una questione di «dumping sociale» a livello europeo, ed è quindi è in Europa che bisogna combattere[/highlight]. Ma questo non ce lo possiamo aspettare da un Governo che, a dispetto dell’immagine «di sinistra» e del finto orgoglio «nazionalista» sbandierato, continua ad aiutare banche e mercati. [highlight]La vicenda Almaviva è l’ennesima che ci mostra la vera natura di questo Governo[/highlight].
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Leggi il testo della proposta di legge presentata.
Rivedi tutti i video riguardanti la questione call center e la nostra proposta di legge.
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