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Chi come me è nato e vissuto nei luoghi dove fu girato “L’albero degli zoccoli” non può che ricordare con grande affetto il regista bergamasco. Tutto in dialetto con attori improvvisati – gente di campagna e senza alcuna esperienza -, anziché ridurre la qualità dell’opera diventa un capolavoro di autenticità popolare che il Festival di Cannes riconosce meritatamente con la Palma d’oro.

Gli attori sono sostanzialmente contadini e gente della campagna bergamasca senza alcuna precedente esperienza di recitazione. Martinengo, Palosco, Cividate al Piano e Mornico al Serio sono solo alcuni tra i comuni che sono stati “toccati” dalle macchine da presa di Olmi. Un film che unisce, che ti fa sentire parte di una certa tradizione e cultura che solo un grande come lui poteva interpretare così bene.

Ricordo ancora quando lo vidi per la prima volta su consiglio dei miei genitori (anche perché tra gli “attori” c’era un nostro parente) e pur essendo poco più che bambino quel film mi colpì molto grazie a chi era dietro la cinepresa.

Un caro saluto Maestro!



Il video di presentazione de “L’albero degli zoccoli” dal canale dell’Istituto Luce Cinecittà