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In queste ultime settimane i lavori ai cantieri aperti in vista di #Expo2015 fremono e i ritmi dei lavoratori sono sempre più serrati. L’idea è quella di arrivare il “più pronti possibile” all’inaugurazione prevista per il primo maggio.
 
Ne ha pagate le conseguenze, perdendo la vita, un giovane albanese di Chiari che di sabato pomeriggio anziché stare con gli amici a coltivare le proprie passioni, era nel cantiere della Teem – opera collegata a Expo – su di un ponteggio a 10 metri di altezza senza imbracatura di sicurezza.
 
Proprio il cantiere dove lavorava Klodian Elezi era finito sotto la lente dei magistrati nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Lombardia che ha portato all’arresto di 13 persone, compreso un ex consigliere comunale del Pd di Rho, la città dove sorgono i cantieri del grande evento. La società che avrebbe acquisito l’appalto (Skavedil) era riconducibile a Giuseppe Galati, presunto boss finito in manette.
 
Secondo le indagini Galati, già detenuto per traffico di stupefacenti, avrebbe “continuato a gestire dal carcere, attraverso alcuni familiari, due società operanti nel settore edile, titolari tra l’altro di alcuni subappalti in alcuni cantieri della Teem”.