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Quest’anno tra le tracce proposte durante la prova scritta dell’esame di maturità spicca quella relativa all’impatto che le nuove tecnologie avranno nella società, più specificamente nel mondo del lavoro.

Sicuramente un tema azzeccatissimo, in quanto rivolto alla generazione che più di ogni altra vivrà appieno quest’epoca di grandissima trasformazione. Si tratta appunto della “Generazione Y” a cui appartengono i ben noti “Millennials”, caratterizzati da un utilizzo massiccio delle tecnologie, dei nuovi media e da una incredibile familiarità con la comunicazione digitale.

I ragazzi che hanno affrontato questa prova d’esame possono addirittura definirsi “nativi digitali”, in quanto nati con il Web (anno 1991), con Google (anno 1997) e Facebook (anno 2004). Chi meglio di loro potrà interpetrare al meglio questa rivoluzione tecnologica?

D’altro canto sono gli stessi che già oggi stanno pagando gli effetti della disoccupazione tecnologica. Pensiamo ai “Neet” (Not engaged in Education, Employment or Training), ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non si formano; in Italia sono circa 2 milioni e mezzo! 

Un potenziale eccezionale che sta andando perso. Un ventaglio di competenze e attitudini sprecate.

In un Paese come il nostro, dove alla catena di comando del management delle grosse aziende e nella dirigenza pubblica dominano ancora i cosiddetti “analogici” – refrattari al cambiamento perché parte del sistema – i giovani hanno il dovere di comprendere la società e di progettare il futuro. Del resto i giovani saranno i futuri “lavoratori digitali”: multitasking, eccezionali nel problem solving, predisposti al lavoro in team, avvezzi ai cambiamenti organizzativi ed esperti di nuove tecnologie. Tutte competenze di cui la nostra società e in particolare il mondo del lavoro hanno un gran bisogno.

Aldo Moro diceva che per capire il futuro parlava molto con i giovani. La penso allo stesso modo, per questo sono felice che il Ministero dell’Istruzione abbia interrogato i giovani sul futuro. Mi spiace solo non poter leggere i loro temi o fare un salto nel passato e ripetere la prova di maturità, anche se con “Lavoro 2025” credo di averne già dato saggio.

P.S. Se tra i miei contatti c’è qualche ragazzo o insegnante che le ha scritte o lette e volesse condividere qualche spunto, ne sarei felicissimo!


Le tracce della prima prova dell’esame di maturità 2017.

Download (PDF, 564KB)


Riascolta la sintesi del sociologo Domenico De Masi sul tema dei giovani (Roma, presentazione dello studio “Lavoro 2025”, 18-19 gennaio 2017).


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