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Il parere della Corte dei Conti Ue sul Tav Torino-Lione suona come una sentenza. Meglio, come una condanna.

Giudicandola costosa, materialmente inutile e pure inquinante, la Corte non fa che confermare i risultati delle più importanti stime prodotte in questi anni, tra cui l’analisi costi-benefici realizzata sotto il primo Governo Conte.

Non si tratta di un giudizio politico o parziale visto che uno dei compiti dell’ECA è capire dal punto di vista tecnico se i fondi dell’Unione vengono investiti bene o male. Tra l’altro l’approfondimento sulla Torino-Lione rientra in un report su 8 megaprogetti transfrontalieri inseriti nei vari “corridoi europei”.

Per la Corte l’aspetto dei costi (stimati attorno ai 9,6 miliardi di euro) è quindi particolarmente importante perché l’Europa finanzierebbe l’opera al 50%, anche se bisogna ricordare che a causa di uno scellerato accordo siglato dal Governo Berlusconi la spesa da ripartire tra Francia e Italia spetta al 78% al nostro Paese nonostante due terzi della tratta correranno in Francia.

I numeri sono da pelle d’oca. Mentre per le altre grandi opere l’aumento medio dei costi si aggira attorno all 45%, già elevatissimo, per il tunnel nel Moncenisio è già lievitato dell’85%!

Anche sui tempi di realizzazione della linea la Corte parla di un ritardo di 15 anni a fronte di una media di 11 per le altre. Del tutto impossibile quindi che l’opera venga completata prima del 2030, anche perché già due anni fa i francesi hanno annunciato che dalla loro parte i lavori non riprenderanno almeno fino al quinquennio 2025-2030.

Secondo l’ECA non è vero che i primi benefici in termini di emissioni di Co2 li avremo a 25 anni dall’inizio dei lavori (come sosteneva il consorzio Telt) bensì “solo 25 anni dopo l’entrata in servizio dell’infrastruttura”, sempre se verranno raggiunti i livelli di traffico preannunciati. Purtroppo anche questi ultimi sarebbero “troppo ottimistici” nelle intenzioni dei proponenti e dei sostenitori e secondo la Corte “il bacino di utenza” appare comunque “troppo poco numeroso per assicurare una sostenibilità a lungo termine”

Siamo sempre stati contro a quest’opera inutile e dannosa e in Parlamento l’abbiamo ostacolata fin dal primo giorno. Inoltre nell’agosto del 2019 il MoVimento 5 Stelle è stato l’unico a votare la nostra mozione per imporre uno stop e a smascherare gli interessi trasversali che si mascherano dietro all’opera.

Oggi il rapporto che abbiamo tra le mani torna a darci ragione. Le risorse spese per il TAV andrebbero impiegate in opere più utili e sostenibili. Anche il dramma della pandemia dovrebbe avercelo insegnato.