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Per dire di NO al Tav Torino-Lione, martedì 20 dicembre siamo intervenuti per oltre 60 volte durante la discussione in aula e le abbiamo provate tutte.

  • Abbiamo citato i dati secondo i quali la linea esistente è utilizzata solo per il 17% della sua capacità (tre volte meno che 15 anni fa).
  • Abbiamo ricordato come, secondo gli stessi accordi ratificati già nel 2001, il Tav Torino-Lione avrebbe dovuto entrare in esercizio alla data di saturazione delle ferrovie esistenti (che come detto è oggi usata per il 17%).
  • Abbiamo citato i numeri del traffico su strada, che sulla linea transalpina è calato del 20% dal 2000 al 2014.
  • Abbiamo dimostrato che il traffico merci nei due trafori esistenti è calato rispetto agli anni passati.
  • Abbiamo citato le cifre spropositate che l’Italia dovrà pagare rispetto ai cugini francesi.
  • Abbiamo ricordato l’opposizione dei territori e di molti Comuni alla realizzazione della nuova tratta.
  • Abbiamo ricordato come il PD abbia eliminato dal proprio partito i sindaci contrari al TAV.
  • Abbiamo sbugiardato i politici che, entrati nel PD, si sono dimenticati di avere sfilato in precedenza nei cortei No Tav e di avere chiesto la messa in discussione l’opera.
  • Abbiamo elencato tutte le opere di utilità pubblica e sociale che si potrebbero realizzare con 8,3 miliardi di euro (bonifiche dall’amianto, sostegno alle pensioni minime, aiuti ai terremotati).
  • Abbiamo ricordato i gravi disagi vissuti dai pendolari in tutta Italia, Nord Italia compreso.
  • Abbiamo ricordato al ministro Delrio che per la Puglia aveva promesso interventi per scongiurare nuovi disastri (sono arrivate solo briciole).

Sono solo alcuni degli argomenti usati dal M5S per ostacolare l’ennesimo atto folle del Governo dei non eletti, che come sempre si sono dimostrati sordi non solo alle ragioni politiche (l’Italia non ha bisogno di grandi opere come queste), ma anche ai dati, agli studi, ai numeri, ai fatti.

Poi si meravigliano se i cittadini votano NO al Referendum Costituzionale? Come ha detto magistralmente Manlio Di Stefano, se i cittadini potessero userebbero i piedi, e non le matite, per cacciare questa casta

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