L’industria 4.0 sta rivoluzionando il modo di fare impresa.
Le aziende sono sempre più tecnologiche, alcune al punto tale da alimentare il fenomeno del re-shoring, ovvero del ritorno delle produzioni nel Paese di origine grazie a processi intensivi di automazione che abbattono i costi di produzione, facendo così concorrenza a potenze economiche come la Cina.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Lo sviluppo tecnologico distrugge ogni anno milioni di posti di lavoro, eppure c’è ancora chi fa finta di non capire.
Oggi una sola “app” come Uber può mettere in crisi un intero settore e lo stiamo vedendo in queste ore dalle manifestazioni di migliaia di tassisti in tutta Italia che, giustamente, chiedono di essere tutelati dal punto di vista normativo. Per non parlare degli effetti che si potrebbero avere quando saranno commercializzate le vetture con la guida completamente autononoma, o quando l’automazione prenderà il sopravvento nel settore della grande distribuzione e della logistica.
Ovviamente la rivoluzione che stiamo vivendo non dev’essere fermata, ma semplicemente messa al servizio dell’uomo. Una delle più grandi opportunità di questa era è che potremmo produrre sempre più beni e servizi di qualità con meno lavoro umano: si tratta solo di redistribuire più equamente i profitti che vengono generati dai robot. Sempre parlando di Uber, l’azienda statunitense è nata solo nel 2009 e all’alba dell’ottavo compleanno i suoi fondatori sono già diventati tra le prime 200 persone più ricche al mondo, alla faccia dei 40 mila tassisti italiani. Ecco da chi bisognerebbe batter cassa…
A livello di Parlamento italiano, fino a poco tempo fa mi sentivo un marziano: nel 2013 ero l’unico a parlarne e a cercare di mettere in guardia la politica dagli effetti dell’innovazione tecnologica dal punto di vista occupazionale. Fortunatamente ora il tema sta diventando sempre più mainstream.
Recentemente al Parlamento Europeo si è discussa una risoluzione per regolamentare la robotica. Tra le proposte del MoVimento 5 Stelle – purtroppo bocciata dal Parlamento Ue – quella di prevedere per tutti gli Stati membri l’erogazione di un reddito di base generale. Occasione persa quella di non considerare una prima risposta concreta legata al problema delle diseguaglianze sociali e dell’occupazione, occupazione che sarà sempre meno.
Non dobbiamo comunque scoraggiarci. In ottica di Governo questo sarà di certo uno dei temi principali da affrontare e il M5S è sul pezzo!
[divider]
Il tema della disoccupazione tecnologica è uno degli argomenti centrali di Lavoro 2025, la ricerca previsionale realizzata dal M5S che descrive come cambierà il lavoro tra 10 anni.
A Uber e agli effetti che una singola applicazione può avere su un intero comparto lavorativo ho accennato nella mia introduzione al Convegno Lavoro 2025.
Il testo della mia risoluzione sulla disoccupazione tecnologica.
[divider]