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Luisa e Gianni sono due pensionati di Pavia che hanno ritrovato il sorriso grazie alla Legge che ha istituito il Reddito di Cittadinanza. 

La loro testimonianza rappresenta gli oltre 145 mila percettori di Pensione di Cittadinanza che oggi, finalmente, possono trascorrere una vita più serena. Uno strumento che attualmente sta restituendo la dignità a 2,8 milioni di persone, di cui oltre 2 milioni vivono in famiglie con minori o componenti disabili. Una storia da conoscere e da raccontare.

Una storia che ci racconta l’imbarazzo di tantissime famiglie, in particolare italiane. 

Da persona che ha dato anima e corpo per la conversione in Legge del RdC voglio dir loro che non c’è alcun motivo per provare vergogna! Il diritto a un reddito dignitoso è da equiparare al diritto all’istruzione, alla sanità, all’accesso ai beni comuni e così di seguito.

Non si tratta di una concessione o, peggio ancora, di un regalo non dovuto. Questo è il becero racconto che è stato fatto dai detrattori della misura. 

Mi domando perché la stessa indignazione non sia stata sollevata quando i denari pubblici della cassa integrazione sono andati illegittimamente ad aziende che hanno tentato di frodare l’Inps, oppure quando nei decenni passati alcuni grandi gruppi industriali intascato fiumi di aiuti di Stato e poi hanno delocalizzato la produzione all’estero.

A mio avviso, ora più che mai abbiamo bisogno di questo strumento: nella sua applicazione il Reddito di Cittadinanza andrebbe esteso anche a chi si trova in povertà relativa, per andare incontro a milioni di famiglie che hanno dato tanto a questo Paese e che meritano una sempre maggiore considerazione.