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Tra le professioni che nel prossimo futuro saranno più ricercate in ambito medico – e non – avremo sicuramente i nanoscienziati, gli ingegneri dei materiali e gli esperti in biotecnologie.

Per fare un semplice esempio: avete mai sentito parlare di “bioprinting”? Si tratta della nuova frontiera delle stampanti 3D.

Come sostenuto da Elena Gammella, post-doc all’Università degli studi di Milano e laureata in biotecnologie e PhD in patologia generale: «stampare organi e tessuti umani con bio-stampanti che usano cellule umane derivate da paziente come “bio-ink” consentirà la produzione di organi personalizzati che il corpo umano sarà in grado di riconoscere e accettare senza incorrere nel rischio di rigetto: un notevole passo avanti nel campo della trapiantologia. Una delle principali sfide da affrontare per le bio-stampanti è il collegamento tra il materiale bio-stampato e il resto del corpo, specialmente con i più grandi tessuti e con i vasi sanguigni. Nonostante queste difficoltà, considerando i numerosi studi sia in ambito accademico sia nel contesto industriale, il bioprinting potrebbe diventare effettivamente una tecnica standard entro un paio di decenni“.

Se invece ci caliamo nella realtà odierna, scopriamo che in alcuni ospedali già oggi è possibile “fabbricare” organi artificiali ed elementi di anatomia umana come se fossero reali e che, se tagliati, sono capaci addirittura di sanguinare, creando simulazioni realistiche da utilizzare durante le esercitazioni in ambito chirurgico (vedi video).

Sono state inoltre utilizzate analisi radiografiche per l’elaborazione di modelli costruiti tramite computer: modelli che poi vengono materialmente realizzati con stampanti 3D e iniettati di hydrogel. Il prodotto finale ha la medesima consistenza e colore dei nostri organi, e può essere manipolato, tastato e sezionato al pari dell’originale. Molti sono già stati utilizzati per praticare nefrectomie e presto potrebbero essere impiegati per casi più complessi.

Domanda retorica: Questo genere di progresso tecnologico vi spaventa o vi entusiasma?



Guarda il video che illustra la nuova frontiera della medicina.