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Trasparenza e legalità sono principi fondanti del Movimento 5 Stelle e la lotta alla corruzione è al centro della nostra attività politica, che ci ha visto promotori dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, fermi nel rifiutare i rimborsi elettorali, orgogliosi di tagliare le nostre indennità a favore del Fondo per il Microcredito alle piccole e medie imprese italiane.

Con la legge #Spazzacorrotti approvata oggi dalla Camera riportiamo nelle istituzioni la legalità. Rendiamo trasparenti i finanziamenti e le candidature dei partiti e dei movimenti politici con:

  • l’obbligo di pubblicare in un apposito registro, sul sito Internet e nel rendiconto di esercizio, con tanto di data e provenienza, ogni contributo superiore a 500 euro;
  • il divieto di ricevere contributi da soggetti aventi sede in uno Stato estero non assoggettati a obblighi fiscali in Italia;
  • il divieto di ricevere contributi da persone non iscritte nelle liste elettorali o private del diritto di voto;
  • l’obbligo di pubblicare su sito Internet il curriculum vitae e certificato penale dei candidati elettorali;
  • l’obbligo di formalizzare con una dichiarazione accessibile a tutti i cittadini i finanziamenti annui da 3.000 euro (rispetto ai 5.000 euro previsti);
  • l’estensione anche alle cooperative sociali ed ai consorzi del divieto di erogare finanziamenti e contributi in favore di partiti politici, loro articolazioni, e gruppi parlamentari;
  • maggiore chiarezza nei rapporti tra partiti politici e fondazioni politiche;
  • delega al Governo perché adotti un Testo unico in materia di contributi alla politica, rimborso delle spese elettorali e referendarie, democraticità dei partiti, contribuzione volontaria e indiretta.

Tra le altre azioni di contrasto alla corruzione che la legge introduce:

  • privare i corrotti dei diritti politici e di assumere qualsiasi incarico pubblico per condanne superiori a due anni;
  • incentivare la collaborazione con gli inquirenti per chi, autodenunciandosi, porta alla luce episodi di corruzione;
  • indagare la corruzione anche usando captatori informatici;
  • ampliare l’uso delle intercettazioni;
  • vietare ai corrotti di concludere contratti con la Pubblica amministrazione;
  • confiscare i beni ai corrotti anche se interviene la prescrizione;
  • interrompere la prescrizione dopo la sentenza di primo grado;
  • l’agente infiltrato, una figura che la comunità internazionale ci chiedeva di introdurre da quindici anni!

Se il nostro Paese risulta essere al 25esimo posto su 31 in Europa per percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica (secondo Transparency International) non possiamo che darci da fare per invertire le tendenze in atto. E questo è solo il primo passo.