Ieri come M5S al Senato abbiamo dato inizio alla discussione sul disegno di legge per l’istituzione del salario minimo orario: un ulteriore passo avanti verso l’uguaglianza sociale nel nostro Paese in un grande progetto che unisce Decreto Dignità, Reddito di Cittadinanza, riforma dei centri per l’impiego, passando per un nuovo disegno di legge per il contrasto al falso lavoro autonomo.
Il nostro impegno in questo senso parte da lontano. Abbiamo rivendicato l’introduzione di un salario minimo già durante il governo Renzi, quando da parlamentare dell’opposizione e membro di Commissione Lavoro presentai io stesso una risoluzione sul tema.
Oggi come allora il nostro obiettivo è quello di garantire a ciascun lavoratore, come previsto dalla nostra Costituzione, una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, in ogni caso sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Il disegno di legge presentato al Senato è una mano tesa ai cittadini che si trovano in condizioni di povertà assoluta, ai lavoratori a tempo parziale e ai tanti (troppi) sottopagati, affinché ognuno possa godere degli stessi diritti riconosciuti nel resto d’Europa. Fortunatamente a far valere questi diritti oggi non c’è soltanto un giudice, ma un Parlamento che si riconosce in un popolo sovrano. Lo stesso Parlamento che ha dato al precedente Governo l’opportunità di introdurre un compenso minimo orario con una legge che non è mai arrivata ma che adesso grazie al Movimento 5 Stelle prende così forma: introduciamo l’obbligo di riconoscere a ciascun lavoratore una retribuzione oraria lorda non inferiore a 9 euro, quella cioè prevista dai contratti collettivi più rappresentativi, che faccia da parametro nel caso di esistenza di una pluralità di contratti collettivi applicabili, e che sia adeguata nel tempo, ossia che venga incrementata annualmente.
Si tratta di un sostegno che intendiamo dare ai cittadini riconoscendo loro un salario giusto, non prima di aver valorizzato il capitale umano presente sul nostro territorio con una politica attiva coraggiosa come il Reddito di Cittadinanza, e non senza incentivare l’occupazione stabile grazie alle misure previste dal Decreto Dignità.