Che il voto dei cittadini valga solo quando fa comodo ce lo insegna l’incredibile vicenda del referendum sull’acqua, su cui i bresciani saranno chiamati a esprimersi nel 2018.
Oggi in prima pagina sul “Giornale di Brescia” il Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli dichiara che i cittadini potranno anche farlo, il referendum, ma che tutto sommato potrebbe essere “inutile” oltre che troppo costoso. Del resto – dice lui – la parola finale spetterà allo stesso organo (l’Assemblea dei sindaci) che ha già deciso a porte chiuse che il 49 percento delle quote del servizio idrico debba andare, entro fine anno, ai privati.
Tradotto: anche se il 90% dei bresciani scegliesse la gestione pubblica alla fine sarebbe comunque la Provincia a dire se i privati (magari multinazionali) potranno entrare nel servizio e iniziare a lucrare su un bene comune come l’acqua: la nostra acqua.
Il “Piano Mottinelli” per mettersi al riparo da risultati sconvenienti ha dell’incredibile: riconvocherà la stessa Assemblea dei sindaci per capire se questa, nel frattempo, abbia cambiato idea. Peccato che 55 Comuni abbiano chiesto l’indizione di un referendum consultivo (da Regolamento provinciale ne sarebbero bastati 25!) proprio per contrastare la volontà dell’Assemblea!
Ebbene, anche se Mottinelli inventa scuse parlando di costi elevati e di risorse che non ci sono, i bresciani il referendum lo faranno perché è un loro diritto. Aggiungo che proprio lui avrà il dovere politico, morale e istituzionale di farne rispettare l’esito. Se questo, poi, si discosterà dalle sue convinzioni, allora potrà sempre dimettersi.
In questi cinque anni il M5S ha rivendicato con i denti il risultato del referendum 2011 sull’acqua. Quello di oggi è quindi un ulteriore motivo per puntare con decisione al Governo e dare una svolta a questo Paese.