Per capire la bontà della misura RdC bisogna ascoltare le storie di queste persone, oppure viverle!
“Il caso ha voluto che questa mattina, allo sportello di assistenza legale tenuto da Nonnaroma nel corso della distribuzione alimentare, si siano presentati due nuclei familiari che usufruiscono entrambi del reddito di cittadinanza.
Nel primo caso si è trattato di una ragazza madre di 3 bambini che lavora nelle pulizie e percepisce una retribuzione di 400,00 euro al mese e che, da aprile 2020, riscuote anche 600,00 euro di RdC.
Immaginate cosa abbia potuto significare questo strumento di welfare per la dignità della sua famiglia.
Il secondo caso ha riguardato, invece, un uomo disoccupato di 60 anni che convive con la madre, di oltre 80 anni, e con la sorella, anch’essa disoccupata.
Tutta la famiglia sopravvive con la pensione di 650,00 euro riconosciuta alla madre cui si aggiunge il reddito di cittadinanza riconosciuto al figlio, che è pari ad euro 169,00 (!) al mese.
Vivono in una casa dove pagano 500,00 euro al mese e sono sotto sfratto. La loro storia è molto complicata; la casa, piena di umidità, in un sottoscala, in una delle tante periferie romane, è una casa povera, dove le difficoltà sono evidenti, ma sono affrontare con estrema dignità.
La preoccupazione di questo signore è stata provocata da un SMS dell’INPS che lo informa che dal prossimo mese non percepirà più il reddito di cittadinanza: sono infatti trascorsi i 18 mesi massimi previsti per usufruire di questo tipo di beneficio.
Le volontarie dello sportello lo hanno rassicurato, spiegandogli che aveva comunque la possibilità di ripresentare la domanda trascorso un mese dalla cessazione del RdC, se la sua situazione economica era immutata.
A questo punto ci ha raccontato un altro problema. Si vergogna a ripresentare la domanda per ottenere di nuovo il RdC alle poste. Ci ha spiegato, infatti, che gli impiegati dello sportello postale la scorsa volta gli hanno chiesto ad alta voce, davanti a tutti, se nella sua famiglia qualcuno avesse precedenti penali: questa cosa lo mette molto a disagio, nonostante nessun famigliare abbia precedenti.
Lo abbiamo rassicurato anche su questo, spiegandogli come e dove presentare la domanda.
Racconto queste cose per cercare di far capire chi sono i veri percettori del RdC, il viatico di umiliazioni che debbono subire per ottenerlo, l’esiguità della somma corrisposta e l’utilità dello strumento, inviso ai liberisti, perché contribuisce a ridare dignità sociale a chi l’ha persa o a chi non l’ha mai avuta”.
Dal post Facebook di Daniele Leppe