Caro direttore Enrico Mentana,
dice bene quando contesta l’idea del Reddito di Cittadinanza come elargizione dall’alto (vedi il post di Mentana nell’immagine). Si tratta invece di un diritto sacrosanto che il nostro Paese aspettava da decenni e se qualcuno lo intendesse in quei termini commetterebbe un grave errore.
A ogni modo mi permetto di segnalarle che questa misura sociale non solo ha dato ristoro a oltre 3 milioni di persone in povertà assoluta, ma ha ricollocato il 26% dei beneficiari tenuti a sottoscrivere il Patto per il Lavoro; 352 mila persone che da quando è stata introdotta la misura hanno avuto l’esperienza di almeno un contratto di lavoro!
E la prego di non commettere l’errore di rapportare il numero dei beneficiari con il dato dei ricollocati, in quanto in queste famiglie troviamo pensionati, inabili al lavoro, minori che nemmeno se volessero potrebbero lavorare.
Detto ciò, il RdC è una misura di contrasto alla povertà, è un riattivatore sociale che finalmente risponde agli invisibili, ai diseredati sociali, agli ultimi da sempre dimenticati. Per cui ritengo sia una modalità più che nobile quella di impegnare in questa direzione una seppur piccola parte delle risorse pubbliche del Paese.
Non lo dice solo il sottoscritto, che ha avuto l’onore in qualità di Sottosegretariato al Ministero del Lavoro di seguire la conversione in Legge del Decreto 4/2019. Lo dice l’Europa con la Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori, il Consiglio Europeo con la Raccomandazione n° 92/441/CEE, il Parlamento Europeo con la Risoluzione n° P8_TA(2017)0403 e lo sancisce anche la Costituzione italiana nei suoi principi fondamentali.
Mi stupisco che nonostante la bontà di questa riforma ancora oggi si continui con la retorica del RdC come “improduttivo sul fronte occupazionale” e come spesa troppo onerosa per i contribuenti.
Perché non concentrare queste attenzioni verso alcune aziende che hanno beneficiato di sovvenzioni senza averne realmente bisogno, oppure nei riguardi delle imprese che hanno abusato della Cassa Integrazione, egregiamente denunciate dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico che per tale ragione venne attaccato a reti unificate?
Oppure potremmo parlare dei contributi pubblici percepiti per decenni da parte di testate giornalistiche di partito che, anziché fare corretta informazione, servivano l’editore di turno. Possiamo tranquillamente sostenere che queste ultime siano meno utili per il sistema Paese?
Mi domando per quale ragione tutto questo accanimento nei confronti dei poveri.
Sposo in pieno la sua campagna in difesa dei giovani che difficilmente avranno le opportunità delle generazioni che le hanno precedute. Proprio per questa ragione credo dovrebbe apprezzare una misura che a oggi raggiunge quasi un milione di minori. Minori che sarebbero facile preda della criminalità organizzata, minori che grazie al programma del RdC hanno l’obbligo di completare il percorso scolastico, minori i quali vedono ridurre concretamente il divario sociale rispetto a chi ha avuto la fortuna di nascere nella famiglia “giusta”.
Caro direttore, spero potrà leggere questo commento e spero potrà dar spazio a una reale narrazione del Reddito di Cittadinanza, che solo raramente ha sfiorato programmi di divulgazione informativa.