Jerome Glenn è il cofondatore di Millennium Project, la più importante fondazione al mondo che fa ricerca sul futuro. L’obiettivo del suo lavoro è migliorare le prospettive dell’umanità per costruire un futuro migliore. Esattamente il contrario dei politici italiani che con Jobs Act e la riforma delle pensioni hanno svenduto il nostro futuro.
Abbiamo chiesto a Jerome Glenn quali opportunità e quali rischi porta con se la «quarta rivoluzione industriale». L’intelligenza artificiale sta cambiando l’economia, la società e per certi versi anche l’identità stessa dell’uomo. Il Movimento 5 Stelle vuole governare questo fenomeno che è irreversibile. Non si può fermare! Occorre strategia e visione politica. Se oggi la politica lo rinnega rischia di regalare il futuro della nostra società a multinazionali pronte a sfruttare la tecnologia, non per ridistribuire ricchezza e benessere, ma per moltiplicare i loro affari. Per il Movimento 5 Stelle l’innovazione tecnologica deve essere messa a disposizione di tutti. Nessun cittadino deve restare indietro!
1) Che cosa è la quarta rivoluzione industriale?
La dicitura «quarta rivoluzione industriale» rappresenta un’analisi relativamente superficiale di quello che sta accadendo: non si tratta solo di connettere macchine al Wi-Fi, c’è molto di più. La quarta rivoluzione industriale, l’Internet delle cose (Internet of things), è relativa ai processi produttivi: l’intera catena del valore viene collegata all’intelligenza, ma c’è molto di più. In gioco c’è il futuro. La biologia di sintesi potrebbe rappresentare una rivoluzione di portata ben più ampia rispetto alla rivoluzione industriale in sé. Di conseguenza, se le persone si concentrano solo sull’incremento della produttività nell’industrializzazione stanno perdendo di vista molto di quello che succederà in futuro.
2) Le precedenti rivoluzioni industriali hanno cambiato il nostro modo di agire, l’economia e la società. Questa nuova rivoluzione industriale sembra, invece, incidere anche sulla stessa natura umana. È così?
È così. Esistono tre tipi di intelligenza artificiale che vengono regolarmente confuse in tutto il mondo. La confusione non aiuta la discussione, pertanto consentitemi di fare un po’ di chiarezza. Quella che abbiamo oggi è l’Intelligenza Artificiale Debole (Artificial Narrow Intelligence – ANI). Si tratta di software, come AlphaGo, Beat the Go Champion oppure One in chess, e il genere di sistemi intelligenti che abbiamo oggi è ristretto: non puoi trasformarlo in qualcos’altro, dovresti riprogrammarlo. Anche AlphaGo, se vuoi sostituire alla griglia 19×19 una da 20, devi riscrivere tutto il programma. È l’intelligenza ristretta, quella che abbiamo oggi.
La seconda è l‘Intelligenza Artificiale Generale (Artificial General Intelligence – AGI), che potremo raggiungere o meno. Con questa possiamo riscrivere il codice sulla base dell’Internet delle cose. Saremo in grado di riscrivere ogni genere di altra attività in tutto il mondo e questa intelligenza sarà in grado di apprendere simultaneamente da tutto il mondo, riscrivere il proprio software e, di conseguenza, apprendere con grande rapidità.
La terza è la Super Intelligenza Artificiale (Artificial super intelligence – ASI). Essa è in grado di definire i propri obiettivi ed è quella che spaventa gli amanti della science fiction. Le persone la confondono con la prima e dicono “oddio, ci siamo, siamo già arrivati a quel genere di intelligenza di cui Hawkins e tutti gli altri hanno paura”. No, non siamo ancora arrivati a questo stadio. Ma ho menzionato questi tre tipi di intelligenza artificiale per dire che l’Intelligenza Artificiale Debole metterà fuori gioco molto lavoro e molta forza lavoro in tutto il mondo. Entro il 2035 l’Intelligenza Artificiale Generale metterà fuori gioco la maggior parte del lavoro, pertanto questo processo in due fasi deve essere chiaro.
La normale concezione di occupazione, con un normale lavoro, stipendiato, potrebbe riguardare solo 1 miliardo di persone circa entro il 2050; il resto potrebbe lavorare per conto proprio o trovarsi in una sorta di transizione verso il lavoro in proprio. L’idea di occupazione in passato implicava che si dovesse andare da qualche parte, l’idea di avere una propria attività non era contemplata. Bisognava andare da qualche parte per lavorare; adesso non si deve necessariamente andare da qualche parte, è possibile connettersi con tutto il mondo, creare la propria vita. Questo è quello che chiamiamo self-actualizing economy. La transizione verso essa potrebbe verosimilmente richiedere una qualche forma di reddito annuo garantito, ma oggi ciò non è economicamente vantaggioso. Basta dare uno sguardo alla curva a campana del costo della vita. Sappiamo che attualmente l’elettronica scende nel costo per capacità. Ma alla fine seguirà la curva, pertanto ciò significa che quello che dovevi pagare per il costo della vita potrebbe ridursi e poiché si tasseranno nuovi oggetti come robot o altri tipi di oggetti, si creerà nuova ricchezza, che potremo utilizzare per rendere economicamente sostenibile una sorta di reddito annuo base, al fine di evitare che tante persone si ritrovino per strada. Pertanto, il cambiamento culturale significa che in passato dovevi imparare a inserirti in un sistema, che ti piacesse o no, mentre in futuro dovrai verosimilmente realizzare te stesso. Il vecchio “Conosci te stesso” di Socrate diventerà il tuo mantra e meglio riuscirai a essere te stesso meglio riuscirai a trovare mercati per te in tutto il mondo.
Si tratta di una concezione completamente nuova dell’economia, perché in passato identificavamo il nostro valore nella soddisfazione del nostro capo per il nostro lavoro, che fossimo economisti, medici, eccetera, ma molte di queste professioni saranno ridimensionate dall’intelligenza artificiale, debole e generale. Pertanto continueremo a costruire le competenze fondamentali, ma non necessariamente la professione, nello stesso modo, e il futuro sarà molto più complesso, con diversi tipi di attività economiche create dai singoli, non solo dalle aziende.
3) La quarta rivoluzione industriale porterà più benessere per tutti?
Ritengo sia importante per le persone sapere come ciò sia possibile: una cosa è avere una capacità tecnologica e un’altra è il suo utilizzo da parte delle persone. La mia prima e-mail risale al 1973 e ho sentito persone che mi dicevano: “Non mi serve un computer per comunicare, ho un fax”. Davvero, lo dicevano. A volte abbiamo bisogno di molto tempo per implementare le novità. Abbiamo presentato tre diversi scenari futuri collegati a questo. Il primo si chiamava Mix bag: l’idea è che come Internet si è diffuso lentamente e in modo irregolare nel mondo, altri strumenti per attuare l'”abbondanza radicale” potrebbero richiedere un po’ di tempo prima che le persone siano in grado di utilizzarli, ma è una sfida importante per portare le persone in tutto il mondo a dire: “Va bene, in che modo è possibile mettere questi strumenti per l’abbondanza radicale a disposizione di più persone, in maniera corretta, per aiutare a ridistribuire alcuni dei mezzi di produzione?” Perciò, penso che succederà esattamente come dicono? No, perché bisogna tenere conto della natura umana e della lentezza con cui talvolta le persone cambiano.
4) La politica come cambierà? Si affermerà la democrazia diretta o arriverà una risposta dell’oligarchia delle lobby?
Una delle regole fondamentali che ho imparato in 45 anni di ricerca sul futuro è che tutto diventerà più complesso di quello che pensi. Perciò immagina che la gestione del potere si complicherà più di quanto tu non creda e poi raddoppia il risultato. In origine, l’organizzazione del potere all’interno della società era appannaggio della religione. Poi il potere è stato rappresentato dagli Stati nazionali, con Napoleone che si impossessa della corona e si auto-incorona, giusto? La religione non è stata sostituita, c’è ancora, ma il potere del governo è cresciuto su di essa ed è diventato un nuovo tipo di potere. Oggi, le aziende stanno costruendo il potere anche al di là degli Stati nazionali, perché sono in grado di muoversi più rapidamente di essi e il potere dei singoli è destinato a crescere sul potere delle aziende. Pertanto gli individui avranno molto più potere per creare attività e azioni e coalizioni ad hoc, che potremo definire le politiche in futuro.
Se per politica si intende la guida dei cittadini e la loro crescita, allora i singoli, in modo complesso e in tutto il mondo, saranno coinvolti nella politica, ma ci saranno ancora governi che definiranno le regole, ci saranno ancora le aziende che organizzeranno i sistemi di produzione e ci sarà ancora la religione, che proverà a definire il valore delle cose. Immagina tutti questi sistemi di potere insieme e potrai comprendere che cosa sta succedendo. Tuttavia, la grande variabile sarà l’individuo che diventerà molto più potente perché quando vogliamo che il governo realizzi le cose, come per esempio riparare un buco in una strada, io adesso avrò un semplicissimo sistema portatile 3D che potrà farlo e quindi perché mai dovrò rivolgermi al governo? Posso andare io e risolvere il problema, giusto? Potremo avere città o auto-guarigioni con sistemi di sensori robotizzati e sistemi di riparazione. Pertanto molte delle cose che chiediamo ai governi oggi potranno cominciare a essere realizzate dagli individui: è l’individuo che acquisisce più potere sugli altri poteri. È questa la vera rivoluzione.
Dal sito www.beppegrillo.com
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