La sera di giovedì 21 gennaio il ministro della P.A. Marianna Madia ha spiegato a #PiazzaPulita il suo decreto legislativo sul licenziamento di chi bolla il cartellino e poi non va al lavoro. Corrado Formigli a un certo punto le chiede che fine fanno i dirigenti che non procedono a quel licenziamento in 48 ore che è lo slogan dell’operazione.
La Madia risponde così: “se non allontana quel lavoratore, è il dirigente stesso che viene licenziato e può essere perseguito per reato penale”. Formigli si stupisce: “Teoricamente il dirigente potrebbe anche essere arrestato?”. La Madia sbatte le palpebre e sorride tutta compiaciuta della sua cattiveria: “Eh… è reato penale… quindi… sì…”.
Ecco, a parte che molti reati sono inseriti nel codice penale senza prevedere alcun arresto (non pochi, bisogna spiegarglielo, li ha depenalizzati da una settimana proprio il consiglio dei ministri dove siede la stessa Madia), sul licenziamento dei fannulloni il governo come al solito ha approvato un testo fantasma, che normalmente viene scritto nei giorni successivi.