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«8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire», era lo slogan coniato in Australia nel 1855 — condiviso da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento — che aprì la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e rivendicare i loro diritti.

È passato oltre un secolo e mezzo, il lavoro si è in buona parte dematerializzato e le tecnologie hanno moltiplicato la produttività di ogni lavoratore.

Come minimo anche i salari si sarebbero dovuti moltiplicare e nel contempo gli orari di lavoro ridursi notevolmente.

Questo, purtroppo, è accaduto solo in piccola parte.

Credo mai come oggi, al centro del dibattito politico andrebbe discusso il tema dell’orario di lavoro, garantendo nel contempo un congruo salario.

Se vogliamo parlare di diritti, ritengo che il diritto a un orario di lavoro adeguato all’attuale periodo storico sia la priorità.

Del resto qual è il bene più prezioso che abbiamo se non il tempo? Il NOSTRO tempo.

Buon #1maggio