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Con il voto del 4 dicembre gli italiani hanno sfiduciato nei fatti Matteo Renzi e la sua politica fallimentare. Tra le tappe più rappresentative di questo fallimento ricordiamo:

referendum– La Legge delega sulla Pubblica Amministrazione e la Riforma delle banche popolari, la prima cassata dalla Corte Costituzionale, la seconda dal Consiglio di Stato e ora al vaglio della Consulta.
– Il Jobs Act, che ha aggravato il problema degli schiavi moderni grazie alla politica dei voucher (ascolta la relazione del Censis del 2 dicembre);
– La nuova legge elettorale, l’Italicum, sicuramente incostituzionale (lo scopriremo a breve);
– La Riforma della Costituzione, bocciata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, ma che purtroppo ha fatto lavorare inutilmente per due anni il Parlamento.

Fatte queste premesse, cos’altro rimane da fare se non andare immediatamente alle elezioni dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, quindi con una legge corretta dai vizi di incostituzionalità, applicando la stessa per il Senato e garantendo in questo modo la «governabilità», tema tanto sbandierato dalla maggioranza renziana?

Oppure vogliamo bloccare il Parlamento per un altro anno discutendo di legge elettorale con gli stessi personaggi riusciti nell’impresa di replicare le porcate del Porcellum? Con gli stessi personaggi che hanno scritto una legge per avvantaggiare il Pd in seguito al successo elettorale delle elezioni europee e che oggi, temendo l’ascesa del M5S, hanno l’unica ossessione di impedire un Governo a 5 Stelle con un’ulteriore modifica alla loro stessa legge?

Non da ultimo, teniamo conto di questo aspetto tecnico: se il Parlamento iniziasse a lavorare a una nuova legge elettorale prima della sentenza della Consulta, la stessa sarebbe obbligata a sospendere il giudizio sull’Italicum, con l’evidente rischio di votare con una nuova legge incostituzionale, da cui dipenderà un nuovo Parlamento illegittimo.

Ora ditemi voi: chi sono i pazzi, gli irresponsabili e gli incoerenti?

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