Nato in una famiglia poverissima. Figlio di una ragazza madre. Cresciuto in orfanotrofio.
Nei panni di Ministro del Lavoro affidereste a una persona con questa storia il delicato, difficilissimo compito di ribaltare come un calzino il sistema nazionale che aiuta le persone a trovare un’occupazione? Gli chiedereste di arrivare là dove Governi, esperti e professori non sono mai arrivati per anni?
Io mi auguro di sì, soprattutto se la persona in questione si chiama Mimmo Parisi: l’uomo che negli Stati Uniti ha compiuto un vero miracolo nell’ambito dell’inserimento (e reinserimento) nel mondo del lavoro.
Grazie al Governo del Cambiamento Mimmo Parisi sarà il nuovo presidente di Anpal, l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro. La persona giusta al posto giusto non solo perché lui le difficoltà e il riscatto sociale li conosce davvero, ma anche perché superando tutte le difficoltà è diventato professore di Demografia applicata all’Università del Mississippi, nonché direttore dello State Data Clearinghouse. Un esperto di politiche attive che il presidente Donald Trump ha immaginato come possibile sottosegretario al Lavoro.
Nel Mississippi Parisi ha sviluppato la piattaforma «Mississippi Works», che ha aumentato la forza lavoro attiva di 70 mila unità in più in dieci anni. Ci è riuscito in uno degli stati americani più poveri, nel quale vivono 2,9 milioni di abitanti. Attraverso una semplice app su smartphone è possibile conoscere in tempo reale le posizioni di lavoro disponibili, la loro localizzazione, i requisiti richiesti. Oggi il tasso di disoccupazione nel Mississippi ha raggiunto i minimi storici del 4%.
Con il via libera dato ieri in Commissione Lavoro al Senato, insieme a Parisi diamo inizio alla costruzione di un sistema fondato su tre pilastri: preparare, connettere e sostenere. Tradotto: faremo finalmente in modo che istruzione e formazione si muovano in sintonia con le richieste del mercato del lavoro. Anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego, banche dati interconnesse, strutture adeguate e personale altamente formato (tra cui 6.000 nuovi “navigator”), incentiveremo aziende e imprenditori a investire in capitale umano, stimolando al contempo chi lavora a impegnarsi nella formazione continua.
Metteremo le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e le più avanzate competenze tecniche al servizio di questo progetto mentre, è utile ricordarlo, con il reddito di cittadinanza non lasceremo nessuno indietro. Nessuno d’ora in poi sarà così povero da perdere il desiderio del riscatto e la certezza di poterci riuscire. Nessuno sarà così solo e privo di mezzi da sentirsi abbandonato e rassegnato.
Quando partì dall’Italia Mimmo Parisi era povero. Portava con sé una valigia e 100 dollari soltanto. Povero, ma mai abbastanza da perdere la speranza. Lui stesso oggi ci ricorda che esistono due tipi di persone: i perdenti che dicono “si può fare ma è difficile” e i vincenti che dicono “è difficile ma si può fare”. In queste parole c’è tutto lo spirito e l’energia del MoVimento: per questo che sono ancora più convinto che ce la faremo.
L’audizione di Mimmo Parisi in Commissione Lavoro alla Camera
Il curriculum vitae di Domenico Parisi