Ieri sera l’Inps ha pubblicato i moduli da compilare e fornito – con la circolare n. 74 – le indicazioni operative valide per i lavoratori e per le imprese.
Ricordo che stiamo parlando di persone – in larga parte donne – che nella scuola svolgono lavori pesanti e che garantiscono servizi fondamentali alle famiglie (addetti alle mense e alle pulizie, assistenti ad personam, ausiliari), ma anche di tanti lavoratori dell’industria dolciaria, del turismo, del settore aeroportuale e della metalmeccanica (per esempio nel settore dei trasporti).
Per anni la Corte di Giustizia europea e la Suprema Corte di Cassazione ci hanno chiesto di tutelare i loro diritti. Infatti fino a ieri i periodi di “sospensione forzata” (quelli legati alle pause estive delle scuole e degli asili, oppure a esigenze specifiche della produzione) non venivano considerati ai fini pensionistici. E così a molti poteva capitare di lavorare anche cinque anni, salvo poi vedersene riconosciuti solo quattro ai fini pensionistici.
Ho sposato questa battaglia nel 2017 attivandomi a tutti i livelli per proporre una soluzione, e su questo tema lo stesso Pasquale Tridico si è attivato convintamente insieme a me all’epoca del mio incarico da Sottosegretario al Ministero del Lavoro.
Un primo importante obiettivo lo abbiamo raggiunto con l’ultima Legge di Bilancio, nella quale finalmente è stata introdotta una norma a favore dei part-time ciclici che nell’anno raggiungono almeno il minimale contributivo.
La circolare di ieri chiude dunque un cerchio, offrendo a decine di migliaia di lavoratori gli strumenti per vedersi pienamente riconosciuto il diritto alla pensione, evitando cause puntualmente sfavorevoli per l’Istituto.
L’Inps considererà i contenziosi aperti da chi ha i requisiti in regola come istanze di riconoscimento dei periodi non lavorati. Per tutti i part-time ciclici attivati dal 1° gennaio 2021 non servirà nessuna domanda: il riconoscimento sarà automatico.