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Siamo ormai alla vigilia delle Parlamentarie.

Un momento importante per l’intera comunità del MoVimento 5 Stelle e a mio parere anche per il Paese.

Mentre nei partiti la spartizione dei seggi si consuma nelle segreterie escludendo totalmente iscritti, simpatizzanti dal processo di selezione dei candidati, da noi funziona proprio al contrario.

È anche doveroso ricordare che, come in ogni ambito di competizione, scattano “fisiologicamente” dei meccanismi e delle modalità non propriamente “onorevoli”.

Per cui, nel mio piccolo, e da persona totalmente disinteressata (non sono candidato) mi permetto consigli sul metro di valutazione:

⭐️ Non fatevi condizionare dalla popolarità dei candidati. Non si misurano valori, principi e competenze di un pretendente sulla base degli algoritmi di Facebook, Instagram o sulle presenze televisive.

⭐️ Il curriculum è importante, ma fino a un certo punto. La prima dote di un portavoce è la moralità, la rettitudine, la lealtà ai principi, la correttezza, le capacità relazionali, il continuo contatto e l’empatia con la moltitudine che sta fuori dai palazzi. Tutte competenze che difficilmente si acquisiscono con una laurea o con un master alla London School.

⭐️ Non scegliete per amicizia o per convenienza.
Vi pare normale che mando qualcuno in Parlamento perché mi sta simpatico, o perché mi ha fatto dei favori personali, o perché mi ha prospettato qualche cosa? Personalmente agli Achille Lauro (armatore e politico di lungo corso) dei nostri tempi la scarpa gliela tirerei in testa.

⭐️ Non fermatevi nel valutare post emozionali, siate curiosi, andate a vedere cosa realmente i candidati vogliono esprimere, andate a vedere cosa concretamente hanno svolto fuori e dentro le istituzioni siano essi portavoce o attivisti.

⭐️ Diffidate da chi fa una campagna aggressiva. Chi è avvezzo alla competizione solitamente non si fa scrupoli nel sopraffare il competitor e lo farà con ogni arma a sua disposizione. Cosa ce ne facciamo di gente in Parlamento così?
È ovvio che anteporrà sempre la convenienza personale rispetto alla causa.
È ovvio che sarà una persona divisiva.
È ovvio che sarà sempre incline alla conflittualità soprattutto interna.
Valutate piuttosto quei profili che non fanno “rumore” ma che mostrano un’autenticità e una purezza interiore che nella politica è purtroppo merce rara.
Solitamente questi ultimi vivono male la competizione, perché fondano la propria missione nella cooperazione, nell’aggregare, nel valorizzare l’altro prima ancora di sé stessi, nel porre davanti a ogni cosa i temi, nel servire le istituzioni anziché servirsene.
Ed è proprio a loro che darei la mia fiducia.

So benissimo che non sarà semplice scegliere tra 2.000 candidati, ma con l’approccio appropriato sono sicuro non si potrà far altro che portare in Parlamento le persone giuste, che nella nostra comunità non mancano!