E’ vero. In Italia essere cittadini attivi e monitorare quanto accade nella Pubblica amministrazione non è facile: i whistleblower non sono ancora sufficientemente tutelati e spesso ci si ritrova con una querela pretestuosa sulle spalle per il semplice fatto di aver detto la verità.
Eppure sono certo che chi ha la schiena dritta e la certezza di dire il vero non debba temere nulla. La dimostrazione più evidente di quanto vi sto dicendo l’ho avuta proprio ieri, giorno in cui ho appreso che la querela avanzata da Matteo Salvini nei miei confronti è svanita come una bolla di sapone.
Il segretario della Lega Nord mi denunciò poco più di un anno fa, precisamente il 29 settembre 2016, a causa di un mio articolo sull’affidamento diretto di alcuni servizi nella Sanità lombarda, con particolare riferimento al Comune di Chiari (Brescia). Con grande sorpresa, a distanza di quel post anche “Report” ha concentrato l’attenzione sullo stesso argomento, realizzando e mandando in onda un servizio intitolato “Padania Social” (8 maggio 2017).
Naturalmente il mio post era stato confezionato con dati precisi alla mano, ma evidentemente questi non sono bastati a scansare la querela. L’importante è che siano bastati al pubblico ministero, che una volta analizzata l’intera vicenda ha chiesto e ottenuto l’archiviazione del procedimento. Un esito che mi trasmette ulteriore sicurezza e determinazione per le prossime battaglie.