Cresce l’occupazione, aumenta il numero dei contratti di lavoro e aumenta nelle imprese la voglia di innovazione.
Sono i tre elementi interessanti emersi oggi da una analisi di Anpal e Unioncamere, che ci aiuta a valutare positivamente l’azione di Governo sul fronte del mercato del lavoro, ma anche della Quarta Rivoluzione industriale.
Sulle base delle rispettive banche dati e nonostante il contesto internazionale ancora molto incerto i due istituti prevedono un incremento netto di nuovi contratti sia nel mese di ottobre (391mila contratti programmati, cioè 21mila in più rispetto a ottobre 2018: +5,7%), sia in questo quarto e ultimo trimestre dell’anno (è attesa l’attivazione di oltre 1 milione di nuovi contratti, circa 100mila in più rispetto al quarto trimestre 2018: +10,6%).
I settori che “scalpitano” di più sono tre: servizi digitali, meccatronica e turismo, mentre le figure più ricercate sono quelle specializzate in materie tecniche e scientifiche: ingegneri elettronici, dell’informazione e industriali, ma anche laureati in fisica, chimica, farmaceutica.
Ciò significa che la risposta a questo bisogno del tessuto produttivo deve essere duplice. Da una parte occorre investire in formazione continua, in università e in ricerca, ma anche – come ci insegnano i tedeschi – nel sistema duale, che il Ministero del Lavoro ha fortemente sostenuto anche durante il mio mandato di Sottosegretario. Dall’altra, occorre creare strumenti che accompagnino imprese nel nuovo Millennio.
Tutto questo lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo, per esempio:
– creando al Mise un Fondo Nazionale Innovazione in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti con una disponibilità record di circa 1 miliardo di euro per finanziare startup, scaleup e pmi innovative;
– prevedendo fino a 8.000 euro di sgravio contributivo per l’assunzione di giovani eccellenze e per impiegare esperti in digitalizzazione dei processi produttivi (“digital innovation manager”);
– creando un Fondo per la sperimentazione di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet delle Cose, finanziato con 15 milioni di euro ogni anno;
– estendendo le agevolazioni di “Impresa 4.0” alle imprese di micro, piccola e media dimensione appartenenti ai settori terziario, manifatturiero e turistico;
– introducendo agevolazioni per lavoratori, docenti e ricercatori che rientrano in Italia;
– creando una “task force” di docenti iper-specializzati per sostenere le scuole italiane nell’innovazione metodologica e didattica.
L’innovazione è stata centrale nel primo Governo Conte e continua a esserlo oggi, non solo per il settore privato ma anche per la Pubblica Amministrazione. Sono certo che Ministri come Paola Pisano, Stefano Patuanelli e Lorenzo Fioramonti non faremo che accelerare questo processo.