Oggi ho partecipato come spettatore a una bellissima iniziativa di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo. Pochi sanno che in Italia l’insieme delle puntate effettuate in un anno nel 2016 è stata pari a 96 miliardi di euro!
Soldi letteralmente andati in fumo e che hanno gettato nel baratro migliaia di famiglie.
Pensate che la maggior parte delle persone dipendenti dal gioco fanno parte proprio della fascia più debole della società in termini economici. I cosiddetti “ludopatici”, inoltre, rappresentano un costo sociale e sanitario non indifferente per la collettività.
Allora mi chiedo: che senso ha uno Stato che promuove il gioco d’azzardo, che con false speranze prima illude e poi impoverisce la povera gente? Che senso ha raccogliere ogni anno quasi 100 miliardi di euro dei cittadini italiani per scommesse che fanno arricchire solamente la criminalità organizzata in grado di manipolare l’esito di partite di calcio, piuttosto che match di boxe?
Questo, purtroppo, è un altro tema divisivo, perché esiste anche una filiera fatta da piccoli esercizi commerciali che campano grazie a queste attività e che altrimenti sarebbero costretti a chiudere. Siamo quindi alla solita guerra tra poveri, una guerra che sembra creata ad arte da parte di Governi scellerati.
Innanzitutto evitare sanatorie a chi ha frodato lo Stato per circa 98 miliardi di euro con la famosa truffa delle concessionarie delle slot machine. Quei soldi si sarebbero potuti impiegare meglio, magari incentivando seriamente i commercianti ad abbandonare quel business, in particolare se i bar si trovano in prossimità di luoghi sensibili come le scuole. Pensate che Terry Morandi – barista di Orzinuovi – in seguito alla decisione di non tenere le slot machine si è vista recapitare una penale di oltre 1.500 euro da parte dei Monopoli di Stato.
Quei soldi si sarebbero potuti utilizzare per lanciare una seria campagna informativa di sensibilizzazione del fenomeno della ludopatia e promuovendo punti di ascolto e una efficiente assistenza sanitaria.
Ciliegina sulla torta, lo Stato incassa ogni anno quasi 10 miliardi di euro dal settore dei “giochi”, ma al netto di tutto la domanda sorge spontanea: a chi conviene?
In conclusiome, mi sento di ringraziare tutti coloro che ci mettono la faccia. Persone che si adoperano per la collettività senza alcun fine personale. Gente che per far sentire la propria voce – che dovrebbe essere la voce della coscienza di ognuno di noi – si inventa una flash mob durante la sagra del chiodino di Dello, vincendo l’imbarazzo dell’indifferenza generale.
Vi ringrazio perché – come scrisse Goffredo Fofi – fate parte di quelle piccole minoranze di rompicoglioni con un progetto in testa in grado di cambiare realmente le cose. Penso in particolare a: Daniele Bassini, Gianfranco Franzelli, Loretta Tomasoni, Cristina Tomasoni, Giacomo Cangini, Vittorio Palumbo, Omar Legrenzi.