Oggi quando parliamo di pensioni di reversibilità parliamo di circa 3,9 milioni di donne, e 500.000 uomini, quasi tutti vedove e vedovi, con una età media di 74-75 anni. Sul totale delle pensioni, i suddetti 4,4 milioni rappresentano il 25% delle pensioni erogate. Numeri che ci danno chiaramente il segno dell’importanza fondamentale che questa tipologia di supporto previdenziale abbia nel nostro paese.
Lo scorso giovedì con un question time in commissione ho interrogato il Governo rispetto alle iniziative che stanno mettendo in campo per “tassare le vedove” mediante l’applicazione dell’indicatore ISEE.
L’esecutivo ci ha rassicurato dichiarando che le pensioni non verranno toccate, ma questo non basta per tranquillizzarmi, soprattutto quando leggo il disegno di legge del governo (DDL n.3594) che all’ articolo 1, comma 1, lettera b) prevede: la RAZIONALIZZAZIONE delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni ANCHE di natura PREVIDENZIALE, sottoposte alla PROVA DEI MEZZI…
Per questa ragione gli ho chiesto ripetutamente di stralciare quella parte dal testo di legge. Che senso ha dichiarare una cosa quando sulla carta ce n’è scritta un’altra?!
Siamo ancora alle battute iniziali, abbiamo ancora tempo per contrastare l’ennesima porcata di Renzi.
Martedì mattina dalle ore 11 inizieranno le audizioni in commissione lavoro del DDL Povertà che saranno trasmesse sul sito della Camera dei Deputati.
Vi terrò comunque informati sugli sviluppi.
P.s.: grazie per il supporto morale che ogni giorno ci date, ne abbiamo bisogno!