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Il reddito di cittadinanza è un percorso di reinserimento al lavoro per tutti quei soggetti che si trovano in difficoltà. Penso all’operaio che viene licenziato a causa di una crisi aziendale, a un commerciante o a un artigiano costretto a chiudere l’attività dopo una vita di tasse pagate.

A tutti va data una seconda opportunità. Lo Stato non deve essere “amico” solo con qualcuno, come spesso è successo. Qualche esempio?

  • Miliardi di euro di rimborsi elettorali ai partiti politici;
  • Contributi pubblici all’editoria a editori spesso poco indipendenti.

Questo è sì che è assistenzialismo con i soldi degli italiani!

Com’è allora il reddito di cittadinanza visto con gli occhi di chi ha sempre lavorato e non ha mai vissuto di assistenzialismo? Lo scoprite nella mia intervista al Corriere della Sera (a seguire trovate sia la versione integrale sia la versione sintetica pubblicata oggi a pagina 2).



Sottosegretario Cominardi, ieri il suo collega Giorgetti non c’è andato leggero. Lei come legge quella frase “a noi non piace l’Italia a cui piace il reddito di cittadinanza”?

A noi l’Italia piace tutta. Ed è sbagliato pensare che il Reddito di Cittadinanza sia una questione solo del Sud. La Lombardia, ad esempio, sarà la terza regione per numero di percettori del Reddito. Vogliamo uno Stato amico che aiuta indistintamente il lavoratore che perde il posto di lavoro e si deve riqualificare oppure l’artigiano o il piccolo imprenditore che cadendo in disgrazia ha il diritto di poterci riprovare. Il paradosso è che chi oggi parla di assistenzialismo ha beneficiato per decenni di rimborsi pubblici milionari come i contributi ai partiti politici, da sempre rifiutati dal MoVimento 5 Stelle.

Corriere della Sera (16 dicembre 2018)

Alla luce del nuovo rapporto deficit/Pil girano cifre differenti sulla platea dei destinatari. Alla fine a quanti spetterà?

Come abbiamo sempre sostenuto la platea non cambierà: il Reddito di Cittadinanza riguarda circa 5 milioni di individui. Le risorse verranno risparmiate sia su Quota 100, sia sul Reddito, perché trattandosi di un’opzione non tutti i potenziali percettori vi aderiranno.

Se i miliardi destinati a questa misura saranno 7, di cui uno per i centri per l’impiego, e la platea resterà quella di 5 milioni, a conti fatti arriveranno 133 euro a persona. Quindi ben distanti dai 780 euro promessi in campagna elettorale… Ce lo spiega?

Abbiamo sempre detto che il Reddito di Cittadinanza è una integrazione al reddito, per cui qualora ci fosse un lavoratore che guadagna 700 euro, a integrazione ne avrà 80. Ecco perché la media matematica è al di sotto dei 780 euro. Inoltre, sono previste condizioni per non discriminare i soggetti in povertà: avremo per esempio un trattamento adeguato sulla base del possesso di una casa. Ci sembra giusto che chi è povero e paga un affitto riceva qualcosa in più rispetto a chi è proprietario di casa. In questo caso il beneficio viene diviso in: 500 euro + 280 euro di sostegno alla casa, come si fa in tutti i paesi europei.

I requisiti per ottenerlo sono assai stringenti: un Isee familiare di circa 9 mila euro, non si potrà essere proprietari di seconda casa o di un’auto immatricolata e per di più con una prima abitazione di proprietà il sussidio sarà ridotto. È così?

La platea rimarrà sostanzialmente invariata. Non ci saranno tutti quei requisiti. Se avessimo voluto prevedere una condizione di accesso al reddito così stringente, avremmo fatto prima a mantenere il fallimentare Rei.

Adesso è spuntato un altro paletto: basterà possedere 5.000 euro nel conto corrente per perderne il diritto anche se il cittadino in questione è disoccupato. Non crede che siano tutti modi per scoraggiare i richiedenti?

Guardi, un requisito di questo tipo avrebbero dovuto applicarlo ai politici che percepivano il vitalizio. Scherzi a parte, nessuno vuole escludere chi ha 5 mila euro sul conto corrente. Come già detto, l’Isee sotto i 9.360 euro sarà il requisito per accedere al Reddito. In ogni caso capisco che l’introduzione del Reddito di Cittadinanza sia oggettivamente un passaggio epocale per questo Paese, ma c’è un’attenzione mediatica mai vista prima. E spesso anche delle informazioni sbagliate. Il testo della legge sarà presentato tra pochi giorni, allora avrete tutti dettagli sulle modalità operative.