La libertà è ciò che abbiamo di più caro e chi cerca di soffocarla con la violenza – fisica o psichica che sia – dev’essere fermato tempestivamente e colpito con pene adeguate. Due obiettivi semplici ma importantissimi, contenuti nel disegno di legge “Codice rosso” oggi in discussione alla Camera e nel pacchetto di norme proposte dal M5S.
Quante donne, uomini e bambini “sarebbero stati salvati” se solo si fosse agito ai primi segnali di allarme? Quante cronache ci hanno raccontato violenze e persecuzioni che “sarebbero state evitate” se i rischi non fossero stati sottovalutati? Le nostre proposte nascono per scongiurare nuovi drammi e per farlo non puntiamo solo sulle misure repressive, ma apportiamo al Codice Penale modifiche fondamentali che potenzieranno e renderanno più efficace l’azione dell’autorità e della polizia giudiziaria. Per esempio:
- In caso di maltrattamenti, violenze sessuali, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in famiglia o all’interno di una relazione di convivenza, le forze dell’ordine dovranno SEMPRE informare i pubblici ministeri. Dovranno farlo immediatamente, anche oralmente, per consentire un rapido avvio delle indagini. In parole povere, un’indagine potrà iniziare anche senza denuncia da parte della vittima (o potenziale tale).
- Di fronte a maltrattamenti di familiari o conviventi, violenze o atti sessuali con minori, corruzione di minorenni, violenze sessuali di gruppo o atti persecutori, il Pm dovrà acquisire informazioni dalla vittima entro un massimo di tre giorni dall’iscrizione del procedimento.
- Le forze dell’ordine che riceveranno dal Pm l’incarico di svolgere le indagini dovranno garantire a questi casi un percorso preferenziale; a loro volta i Pm dovranno essere informati passo passo, sempre tempestivamente;
- Tutti coloro che si occuperanno di vittime e colpevoli dovranno essere adeguatamente formati.
Rilevanti le modifiche già apportate durante la discussione in Commissione Giustizia:
- Pene più severe per maltrattamenti in famiglia e stalking; anche le misure cautelari adottate nei confronti di chi commette il reato verranno aumentate;
- Introduzione di un reato specifico per chi sfregia il viso di una persona causando danni permanenti: il volto è la nostra identità e a nessuno dev’essere consentito rovinarla o persino distruggerla;
- Pene più severe per chi commette reati sessuali (fino a 12 anni), violenze sessuali di gruppo (fino a 14 anni) o atti sessuali con minori; in caso di violenze su minori, fino a 24 anni di reclusione;
- Massima protezione e tutela della persona offesa, a cui andranno comunicate subito tutte le informazioni per il supporto sanitario, psicologico e di assistenza;
- In caso di scarcerazione dell’autore del reato o in caso di cessazione delle misure cautelari, la vittima dovrà essere informata immediatamente; a ciò si aggiunge la possibilità dell’utilizzo del braccialetto elettronico anche per chi viene allontanato o riceve un divieto di avvicinamento alla vittima;
- Più risorse per centri e case rifugio grazie alla rimozione di alcuni vincoli normativi.
La violenza è lo strumento di chi non riesce ad affermarsi se non sottomettendo chi è più fragile. Accomuna le discriminazioni razziali e di genere, il bullismo e la pedofilia, e va contrastata con misure e risorse concrete: sono 37 i milioni di euro che quest’anno, attraverso il Dipartimento delle Pari Opportunità, abbiamo assegnato ai centri antiviolenza.
Naturalmente non mancano specifiche misure per sottoporre a trattamenti psicologici e percorsi di reinserimento gli autori dei reati, anche grazie a enti e associazioni specializzate, comunque in accordo con gli istituti penitenziari.
Non possiamo negare che nel nostro Paese insicurezza e delusione sono state alimentate anche dall’assenza delle istituzioni nei casi più delicati e difficili, ma anche con questi provvedimenti lo Stato torna al fianco dei comuni cittadini.