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La libertà è ciò che abbiamo di più caro e chi cerca di soffocarla con la violenza – fisica o psichica che sia – dev’essere fermato tempestivamente e colpito con pene adeguate. Due obiettivi semplici ma importantissimi, contenuti nel disegno di legge “Codice rosso” oggi in discussione alla Camera e nel pacchetto di norme proposte dal M5S.

Quante donne, uomini e bambini “sarebbero stati salvati” se solo si fosse agito ai primi segnali di allarme? Quante cronache ci hanno raccontato violenze e persecuzioni che “sarebbero state evitate” se i rischi non fossero stati sottovalutati? Le nostre proposte nascono per scongiurare nuovi drammi e per farlo non puntiamo solo sulle misure repressive, ma apportiamo al Codice Penale modifiche fondamentali che potenzieranno e renderanno più efficace l’azione dell’autorità e della polizia giudiziaria. Per esempio:

  1. In caso di maltrattamenti, violenze sessuali, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in famiglia o all’interno di una relazione di convivenza, le forze dell’ordine dovranno SEMPRE informare i pubblici ministeri. Dovranno farlo immediatamente, anche oralmente, per consentire un rapido avvio delle indagini. In parole povere, un’indagine potrà iniziare anche senza denuncia da parte della vittima (o potenziale tale).
  2. Di fronte a maltrattamenti di familiari o conviventi, violenze o atti sessuali con minori, corruzione di minorenni, violenze sessuali di gruppo o atti persecutori, il Pm dovrà acquisire informazioni dalla vittima entro un massimo di tre giorni dall’iscrizione del procedimento.
  3. Le forze dell’ordine che riceveranno dal Pm l’incarico di svolgere le indagini dovranno garantire a questi casi un percorso preferenziale; a loro volta i Pm dovranno essere informati passo passo, sempre tempestivamente;
  4. Tutti coloro che si occuperanno di vittime e colpevoli dovranno essere adeguatamente formati.

Rilevanti le modifiche già apportate durante la discussione in Commissione Giustizia:

  1. Pene più severe per maltrattamenti in famiglia e stalking; anche le misure cautelari adottate nei confronti di chi commette il reato verranno aumentate;
  2. Introduzione di un reato specifico per chi sfregia il viso di una persona causando danni permanenti: il volto è la nostra identità e a nessuno dev’essere consentito rovinarla o persino distruggerla;
  3. Pene più severe per chi commette reati sessuali (fino a 12 anni), violenze sessuali di gruppo (fino a 14 anni) o atti sessuali con minori; in caso di violenze su minori, fino a 24 anni di reclusione;
  4. Massima protezione e tutela della persona offesa, a cui andranno comunicate subito tutte le informazioni per il supporto sanitario, psicologico e di assistenza;
  5. In caso di scarcerazione dell’autore del reato o in caso di cessazione delle misure cautelari, la vittima dovrà essere informata immediatamente; a ciò si aggiunge la possibilità dell’utilizzo del braccialetto elettronico anche per chi viene allontanato o riceve un divieto di avvicinamento alla vittima;
  6. Più risorse per centri e case rifugio grazie alla rimozione di alcuni vincoli normativi.

La violenza è lo strumento di chi non riesce ad affermarsi se non sottomettendo chi è più fragile. Accomuna le discriminazioni razziali e di genere, il bullismo e la pedofilia, e va contrastata con misure e risorse concrete: sono 37 i milioni di euro che quest’anno, attraverso il Dipartimento delle Pari Opportunità, abbiamo assegnato ai centri antiviolenza.

Naturalmente non mancano specifiche misure per sottoporre a trattamenti psicologici e percorsi di reinserimento gli autori dei reati, anche grazie a enti e associazioni specializzate, comunque in accordo con gli istituti penitenziari.

Non possiamo negare che nel nostro Paese insicurezza e delusione sono state alimentate anche dall’assenza delle istituzioni nei casi più delicati e difficili, ma anche con questi provvedimenti lo Stato torna al fianco dei comuni cittadini