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Lunedì 21 settembre, i portavoce del M5S Emiliano Abbati (consigliere nel Comune di Paderno Dugnano), Silvana Carcano (Regione Lombardia) e Claudio Cominardi (Camera dei Deputati), insieme ad alcune lavoratrici addette mensa, dipendenti di una delle aziende che hanno in appalto il servizio di Milano Ristorazione, ai rappresentanti dell’Unione Sindacale di Base della Lombardia, hanno fatto visita alla sede di un gruppo di enti bilaterali tra i quali Ebtpe e Ebiter, con lo scopo legittimo, in qualità di rappresentanti delle istituzioni, di farsi consegnare i bilanci o i registri contabili dei due enti. Ma la tensione è salita subito alle stelle, tant’è che è stata necessaria la presenza di venti agenti della polizia di stato e degli uomini della Digos e della Questura per poter parlare con i responsabili degli enti.

Oggi sono passate già due settimane da quella mattina di tensione e ancora i documenti non arrivano e gli Enti Bilaterali appaino sempre più come istituti inavvicinabili e oscuri, che hanno tutto l’interesse per continuare a rimanere tali.

Cosa hanno da nascondere questi enti? Perché, nonostante non abbiano l’obbligo rendere i documenti consultabili, hanno negato con tale forza il confronto con i nostri, con l’atteggiamento di chi sa di non avere la coscienza pulita? Ve lo spieghiamo noi il perché. Quella dei sindacati è una lobby che solo in minima parte si finanzia con le quote degli iscritti. Il grosso del “bottino” lo fa tramite gli Enti Bilaterali, istituti privati costituiti pariteticamente dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. Obbiettivo di questi enti sono le attività come la formazione professionale e di sicurezza del lavoro tramite l’erogazione di prestazioni assistenziali ai lavoratori, le certificazioni dei contratti di lavoro e le conciliazione. Se poteste accedere ai registri degli Enti Bilaterali queste prestazioni sono raggruppate nei registri sotto le voci “quote di assistenza contrattuale” o “gettoni di presenza”. Ad esempio analizzandole cifre della Filcams, sindacato di categoria della Cgil, si scopre che, come riportato in un articolo del Fatto Quotidiano (link) , “i ricavi per contributi sindacali, le tessere, ammontavano a 1,7 milioni di euro mentre quelli per le “quote di assistenza contrattuale” erano molto più alti, 2,15 milioni e 685 mila euro provenivano da “gettoni di presenza”. Solo il 37 per cento delle entrate, quindi, proveniva dalle tessere degli iscritti, meno della metà del totale.” In totale, per quanto riguarda i contratti del Commercio e del Terziario, – riporta ancora il Fatto Quotidiano – i 2,15 milioni vanno moltiplicati per tre, anche per Cisl e Uil, e poi per due considerando la parte datoriale: un business da 15 milioni di euro che entra nelle tasche dei sindacati grazie alla pratica del “silenzio assenso”. Se non si vuole che il sindacato prelevi la tassa, è il dipendente a dover mettere per iscritto il rifiuto, ma ovviamente sono in pochissimi a saperlo!
Una cosa è certa: questi enti bilaterali sono un sistema ben congegnato e confuso di sigle, organismi, cariche difficilmente districabili. Dato che sono regolati dal diritto privato non sono soggetti a particolari controlli, e in un contesto simile è facile farsi scappare la mano. Proprio per questo, il M5S vuole vederci chiaro. A questo punto ad ogni livello istituzionale i pentastellati andranno a fondo della questione per mettere fine a questa mangiatoia senza fine sulla pelle di chi lavora!