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Dopo 27 anni di dittatura, le proteste popolari della gente del Burkina Faso sono riuscite a destituire il presidente Blaise Compaorè che stava cercando di cambiare la Costituzione per mantenere il potere ad oltranza.

Blaise Compaorè, oltre ad essere un despota è stato l’omicida di Thomas Sankara, il Presidente più amato della storia del Burkina Faso. Compaoré e SankaraSankara diede delle speranze concrete al Paese più disagiato al mondo, facendolo emergere dalla povertà, rendendolo autosufficiente ed evolvendolo culturalmente. Si oppose all’imperialismo finanziario dei poteri internazionali rifiutandosi di pagare il debito illegittimo inflitto dagli ex coloni, anche per questo, con la complicità dei servizi francesi e americani pagò con la vita, tradito dall’amico che l’avrebbe poi sostituito alla guida del Paese.

Qualche giorno fa ricordando questo strepitoso personaggio scrissi: “gli uomini muoiono, le idee no!”

Nonostante il tempo passato, la sua voglia di Cambiamento riecheggia nelle manifestazioni di piazza che hanno rovesciato il regime.

Dal racconto della cooperante Maria Teresa Cobelli emerge il lato umano e culturale delle proteste: “ho visto giovani ripulire le strade dalla sporcizia e rimuovere i copertoni bruciati, stamattina (ieri, ndr) ho visto gli abitanti di un quartiere difendere il grande magazzino di un libanese dall’assalto di altri manifestanti.”

Sankara oggi è vivo più che mai perché cammina sulle gambre della ribellione civile.

Questo è il ricordo che io ed i miei colleghi Bernini Paolo, Mirko Busto ed Emanuele Scagliusi gli abbiamo dedicato proprio pochi giorni fa: http://goo.gl/Z6ZsxZ