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All’incontro della Commissione Lavoro con Giuseppe Conte ho cercato di condensare i temi a mio parere centrali.

1.  Occorre portare argomenti di novità, temi coraggiosi nel dibattito politico. Uno su tutti quello dei tempi di lavoro e di vita che vanno conciliati grazie a una riduzione generalizzata degli orari di lavoro scongiurando nel contempo la compressione dei salari. In questo senso l’innovazione tecnologica che incide esponenzialmente sugli indici di produttività ci sta offrendo delle grandissime opportunità.

2. In Parlamento esistono delle proposte di Legge che andrebbero valorizzate. Per esempio il progetto di Legge di Tiziana Ciprini che interviene sul cosiddetto “Gender pay gap” ovvero la disparità salariale tra uomo e donna. Un argomento che può apparire del secolo scorso, ma che purtroppo è tutt’ora di stretta attualità.

3. Il Reddito di Cittadinanza è costantemente sotto attacco da tutto il sistema politico e mediatico. Ciò non vuol dire che dobbiamo giocare sul fronte difensivo.

Innanzitutto dovremmo rivendicare con orgoglio gli incredibili risultati ottenuti: 3,7 milioni di soggetti in difficoltà sono stati raggiunti dalla misura; su circa 1 milione di soggetti tenuti a sottoscrivere il patto per il lavoro, circa la metà ha siglato almeno un contratto per un’occupazione. Questo non significa che il RdC non sia perfettibile, ma è bene spiegare ciò che non va individuandone le responsabilità e proponendo soluzioni concrete.

Mi spiego meglio: i PUC (progetti utili alla collettività) stentano a partire, ma è bene sapere che sono i Comuni a doverli attivare. Nei Centri per l’impiego sono entrati solo l’8% degli operatori che andrebbero assunti sulla base degli stanziamenti dello Stato centrale, ma sono le Regioni a dover bandire i concorsi.

E diciamocela tutta, il MoVimento 5 Stelle non amministra le Regioni e ha poche decine di sindaci su tutto il territorio nazionale, i quali sono stati i primi ad attivarsi per avviare i PUC. Quindi, il dito andrebbe puntato verso chi pretestuosamente, per ragioni politiche o ideologiche, ostacola la realizzazione compiuta del Reddito di Cittadinanza.

4. Non esiste lavoro se non si regge sui principi di legalità.

Molti non sanno che tra le norme devastanti contenute nel Jobs Act di Renzi c’era anche l’introduzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Ci è stata venduta come un’Agenzia Unica che avrebbe dovuto assumere in sé tutte le funzioni di vigilanza sul lavoro per migliorare ed efficientare il sistema dei controlli. Sono passati 6 anni ma il bilancio è drammatico.

A causa di questa legge capestro i singoli corpi ispettivi non possono più assumere, nemmeno in sostituzione per pensionamenti e ragioni varie. L’Inps è rimasta con poco più di 1.000 ispettori e l’Inail circa 250!

In Italia si stima un’evasione contributiva per decine di miliardi di euro all’anno, risorse indispensabili per il Paese. Restituiamo immediatamente l’autonomia assunzionale a Inps e Inail. I primi, tra l’altro, stimati come i dipendenti pubblici più redditizi per lo Stato, ognuno di loro vale circa 1 milione di euro di accertato sull’evaso contributivo. Valorizziamoli!