Avete mai sentito parlare di lavoratori precoci? Si tratta di persone che hanno iniziato a lavorare in giovanissima età e nonostante aver versato contributi pensionistici per oltre 40 anni, la Legge Fornero non gli consente di godersi il meritato riposo. Tra l’altro la maggior parte di queste persone svolgono mansioni usuranti, quindi in estrema difficoltà a proseguire o a trovare un’altra occupazione in seguito a un licenziamento.
Vi siete mai chiesti quanti sono nella produttiva Lombardia i soggetti che versano in questa situazione? L’ho chiesto con una interrogazione parlamentare pochi giorni fa e i numeri sono sorprendenti: 225.825 che si suddividono tra lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici e iscritti alla gestione separata.
Pensate che nella sola provincia di Brescia si parla di 28.646 unità, suddivisi in:
- 14.331 con 40 anni di contributi versati;
- 9.249 con 41 anni di contributi versati;
- 5.066 con 42 anni di contributi versati.
Si tratta della seconda provincia lombarda per numero assoluto di lavoratori precoci, tenendo conto che la prima è Milano che è tre volte più grande. Non da meno Bergamo che si posiziona terza in questa triste classifica con 24.814 precoci.
Mentre Cremona, con i suoi 10.470 precoci ha il primato di incidenza rispetto al numero di abitanti (360.000 circa) che corrisponde al 2,91% in termini percentuali.
Grazie alla battaglia iniziata dal collega Davide Tripiedi, da mesi in Commissione e in Aula incalziamo i Governi per chiedere di risolvere il prima possibile questa piaga che riguarda tutta Italia. Perché non ci si può limitare ai soliti provvedimenti spot che non risolvono mai il problema alla radice (vedi legge di stabilità 2016).
Come è emerso anche dalla nostra ricerca “Lavoro 2025”, in Italia le persone lavorano troppe ore (circa 300-400 ore in più all’anno rispetto ai paesi Ue) e lavorano per più anni; tutte condizioni che penalizzano il ricambio generazionale e l’occupazione giovanile. Proprio oggi stimata oltre al 40%.
E’ inutile precisare che la nostra battaglia non si ferma, anzi, va avanti con sempre più energia e convinzione!
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Leggi il testo dell’interrogazione con la risposta del Ministro.
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