Sono migliaia i lavoratori cosiddetti “precoci”, massacrati dalle politiche del Governo.
Si tratta di persone che hanno lavorato per 40, 41 o addirittura 42 anni, ma che sono troppo giovani per andare in pensione. Un’assurdità se pensiamo ai diritti acquisiti dai “baby pensionati” o dai “pensionati d’oro”.
A queste persone bisogna dare risposte immediate. Risposte che non si devono trasformare in finte “marchette elettorali” per ottenere consenso sul Referendum costituzionale.
Con il collega Davide Tripiedi abbiamo [highlight]proposto di abbassare a 40 anni o perlomeno a 41 il requisito pensionistico richiesto per accedere alla pensione[/highlight].
Sono davvero stanco di incontrare padri e madri di famiglia ultrasessantenni costretti a lavorare quando, alle spalle, hanno 40 anni di contributi versati. Sono cittadini già abbondantemente consumati dalla fatica, i cui figli nemmeno trentenni sono spesso disoccupati nonostante titoli di laurea e master.
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