Facile puntare il dito contro l’Istat e metterne in dubbio i metodi di analisi. Ma quando i dati negativi dell’economia italiana sono certificati dagli stessi Ministeri, la situazione per il Governo Renzi diventa imbarazzante.
Probabilmente il Ministero del Lavoro avrebbe fatto volentieri a meno di diffondere l’ultima fotografia del mercato del lavoro, ma essendo obbligato a farlo oggi sappiamo che, rispetto allo stesso trimestre del 2015, [highlight]nel secondo trimestre del 2016 i licenziamenti sono decollati (+7,4%)[/highlight], mentre [highlight]il ricorso a contratti stabili è calato ancora più drasticamente (-29%)[/highlight]. I dati sono consultabili direttamente dal sito del Ministero: i documenti relativi al II trimestre si trovano a questo primo e secondo link).
Non ci voleva un genio per capire che i “finti” contratti a tempo indeterminato sarebbero stati usati dagli imprenditori solo in cambio della consistente decontribuzione concessa dal Governo (8.000 euro di risparmio per l’impresa che assumeva entro il 31 dicembre). Finiti i 10 miliardi messi a disposizione, ecco che la bolla si sgonfia e la mannaia dei licenziamenti inizia a sollevarsi.
Persino i media di regime scrivono che l’abolizione dell’Articolo 18 inizia a mietere le sue vittime. Se fossimo in un paese normale i giornali presidierebbero il palazzo di Renzi e Poletti, anziché la casa privata di Virginia Raggi. I più audaci si limitano invece a scrivere che “il Ministero lancia l’allarme”.
A seguire, l’intervista che rilasciato lunedì 12 settembre 2016 a Radio Cusano Campus.
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