Maltrattamento degli animali documentato dalle telecamere della Procura, connivenza dei veterinari Asl, carni a rischio di contaminazione, rapporti familiari imbarazzanti tra sindaco e proprietario della struttura, presenza di scarichi abusivi: è solo un assaggio di ciò che riguarda il macello Italcarni di Ghedi, uno degli scandali peggiori che la Provincia di Brescia abbia conosciuto negli ultimi anni e su cui, dagli albori, il Movimento 5 Stelle ha dato battaglia con tutti gli strumenti a disposizione.
Non è bastata la coraggiosa denuncia della veterinaria Erika Vergerio (che per questo ha subito anche un provvedimento disciplinare), non sono bastate le raffiche di interrogazioni parlamentari rivolte a più Ministreri (vedine alcune più sotto), non è bastato il fiato sul collo del Meetup locale con costante richiesta di accesso agli atti, non è bastata la pressione esercitata nei Consigli comunali, né tutti gli atti presentati in Regione Lombardia e le richieste avanzate all’Asl affinché prendesse seri provvedimenti sui veterinari interessati. Non sono serviti nemmeno i riflettori mediatici nazionali accesi su questo caso.
A distanza di quasi un anno e mezzo dalla chiusura, il macello ha riaperto sotto la gestione della moglie (ora ex moglie) dell’ex proprietario Osio, il veterinario Pavesi è stato solamente trasferito, il direttore generale Carmelo Scarcella è stato addirittura riconfermato a capo della struttura sanitaria, mentre il sindaco è rimasto al suo posto.
State pensando che il nostro è un Paese al contrario? Anche io. Però è per questo motivo che esiste il Movimento 5 Stelle. Sappiate che nonostante tutto continueremo a battagliare, sia per la dignità degli animali, sia per difendere la salute pubblica e l’ambiente. Credo che dall’ultima puntata di “Animali come noi” (qui la puntata integrale) si capisca molto bene che la tenacia non ci manca.
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Guarda questo clip tratto dalla quarta puntata di “Animali come noi”.
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La mia interrogazione sul caso presentata nel novembre 2015.
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Un’altra interrogazione parlamentare rivolta a quattro ministri, incluso il Ministro della Salute.
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