Ieri, proprio mentre alla Camera veniva discussa la riforma della Legge Quadro sulle aree protette (Ddl Parchi), da Brescia è arrivata l’ennesima grave notizia in ambito ambientale.
Nella Riserva naturale delle Torbiere del Sebino la Polizia provinciale e le guardie volontarie hanno individuato e recuperato oltre 300 metri di reti per la pesca di frodo, a cui si aggiungono cinque gabbie per la cattura delle anguille.
Uno dei punti più controversi del Ddl riguarda le competenze di chi deve dirigere queste aree. Non è per niente chiaro infatti quali debbano essere le “competenze ambientali” di chi dovrà gestire e proteggere i nostri parchi. Per esempio: chi ha soltanto guidato una municipalizzata potrà essere messo a capo di delicati ecosistemi ambientali e faunistici? Oppure basterà avere in tasca la tessera di qualche associazione ambientalista, o magari addirittura venatoria? Non si sa.
Sappiamo però chi guida le Torbiere del Sebino. Il sito Green Report, riprendendo la denuncia di alcune associazioni ambientaliste, ce lo ha rivelato non molti giorni fa: “Emma Soncini, candidata alle elezioni europee per Forza Italia ed esponente del mondo venatorio bresciano, che ama farsi fotografare con la sua doppietta“.
Riprendendo un comunicato del Gruppo di intervento giuridico (Gic), Green Report riferisce che la Soncini «non ha voluto rinnovare per il 2017 la convenzione per la vigilanza volontaria per quattro soldi all’anno con varie associazioni ambientaliste, così come la collaborazione scientifica con il Gruppo Ricerche Avifauna, reo di aver affermato e documentato scientificamente il pesante impatto della caccia sull’avifauna presente nella zona umida”. Solo dopo una “durissima campagna legale” conclusa recentemente, infatti, Lac e Gic sono riuscite a fare revocare le autorizzazioni di buona parte dei capanni e bunker di caccia che per anni avevano formato una vera e propria “linea Maginot” ai margini della riserva.
In aula ho ripreso il caso delle Torbiere per ribadire un concetto semplice e banale: è ora che alla guida dei nostri parchi vengano nominate persone con competenze reali. Non figure fortemente discutibili o persino portatrici di palesi conflitti di interesse.
Il mio intervento durante la discussione del Ddl Parchi.