Quando l’ex camorrista Nunzio Perrella parlando di inquinamento e di traffici illeciti ha definito la situazione della provincia di Brescia “peggiore della Terra dei Fuochi” per noi non è stata una sorpresa.
L’effetto di migliaia di tonnellate di rifiuti sversati per anni nei nostri terreni – anche grazie a industriali interessati e politici compiacenti – era già chiaro dalla diffusione delle malattie.
In alcuni distretti sanitari sono presenti incidenze tumorali (pancreas, fegato) non riscontrabili in tutta Italia. Per questo nella proposta di legge “Brescia Terra dei Veleni” che vede il collega Ferdinando Dino Alberti come primo firmatario, si chiede – tra le altre cose – l’aggiornamento del Registro dei Tumori, l’avvio di indagini epidemiologiche sui bresciani e sulla presenza di contaminanti.
La situazione bresciana la denunciamo da anni, ma adesso è davvero tempo di agire. Noi tutti abbiamo qualcuno vicino che si è ammalato o conosciamo qualcuno che è morto. Non credo alle conclusioni dell’Asl, che afferma che i picchi di malattie sono dovuti a uno stile di vita non corretto. Davvero, solo per fare un esempio, il fatto che il 65% dei rifiuti lombardi venga smaltito in provincia di Brescia non c’entra nulla con tutto questo?
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Il mio intervento in conferenza stampa durante la presentazione della proposta di legge.
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