Oggi in Commissione Lavoro abbiamo audito l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) per la situazione disastrosa nella quale verte la gestione del sistema previdenziale.
Facciamo un minimo di cronistoria. Nel 2013 l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) ha avviato il trasferimento del proprio patrimonio immobiliare al Fondo “Giovanni Amendola”, di proprietà dell’Istituto stesso, che a sua volta l’ha dato in gestione a “Investire immobiliare Sgr”, una società privata di proprietà della banca “Finnat” della famiglia Nattino, coinvolta lo scorso anno in un’indagine relativa a riciclaggio di danaro, insider trading e manipolazione del mercato.
Non male come premessa… A maggior ragione se consideriamo l’operazione patrimoniale che l’Inpgi sta facendo con la dismissione del patrimonio immobiliare.
Pensate che al 2016 gli immobili erano iscritti in bilancio per un valore di 976 milioni di euro, mentre il costo storico ammontava a 586 milioni, quindi con una rivalutazione del 66% che ha generato plusvalenze per 389 milioni; guardacaso la stessa cifra relativa alle perdite di natura previdenziale, che ammontavano a 375 milioni.
Chi sta pagando queste gestioni scellerate? Sicuramente i migliaia di giornalisti precari pagati un tanto, anzi, un poco al pezzo e senza tutele (tema, questo, su cui in passato ho presentato un’interrogazione).
Chi invece ci ha guadagnato? In parte una vecchia casta di giornalisti da salotto che ha potuto beneficiare di lauti stipendi, tutele di ogni genere e trattamenti pensionistici privilegiati.
Ma non finisce qui, in tutta questa storia tra gli speculatori non poteva mancare il mondo della finanza, a partire da chi gestisce il patrimonio immobiliare dell’Inpgi (“Investire Sgr”) che continua a beneficiare di laute commissioni nonostante i dissesti finanziari.
Grazie alla battaglia dentro e fuori il Parlamento della collega Roberta Lombardi continuiamo a chiedere che i responsabili paghino per le cattive gestioni, che vi sia più trasparenza da parte degli amministratori e tenuto conto del fallimento degli stessi di valutare il commissariamento dell’Inpgi.
L’obbiettivo è sempre quello di impedire le speculazioni dei soliti furbetti, di portare onestà, competenza e giustizia sociale per chi opera in un settore fondamentale com’è quello dell’informazione.