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Riporto volentieri l’intervista che ho rilasciato a La Voce del Popolo e che il settimanale ha pubblicato nell’edizione di oggi. Trovate le mie riflessioni personali sul momento che sta vivendo il MoVimento, ma anche sulle importantissime misure che abbiamo consegnato al Paese e sul futuro. Buona lettura!

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IL M5S IN CRISI CERCA IL TERRITORIO

Giovedì 30 maggio 2020

“Gianroberto Casaleggio in tutti gli anni in cui l’ho conosciuto mi ha fatto un solo regalo: il libro ‘Elogio della cravatta’. Anche il nodo per lui era comunicazione. Per me in questi anni la cravatta ha rappresentato un modo per onorare le istituzioni, ora nel ringraziarvi me la tolgo”.

La Voce del Popolo (30 gennaio 2020)

Così Luigi Di Maio, la settimana scorsa, nel Tempio di Adriano a Roma, a conclusione del discorso con il quale si è dimesso da capo politico del M5S, quattro giorni prima del voto in Emilia Romagna e in Calabria che ha confermato lo stato di profonda crisi che sta vivendo il Movimento. Al suo posto è subentrato Vito Crimi, nel ruolo di reggente, mentre Di Maio resta Ministro degli Esteri. Di come risalire la china e su quali temi puntare, soprattutto a livello locale, ne abbiamo parlato con Claudio Cominardi, parlamentare bresciano del M5S, già Sottosegretario di Stato per il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e attuale componente della XI Commissione Camera Lavoro pubblico e privato.

Cominardi, qual è l’origine del cambio della guardia ai vertici? Possiamo parlare di fuoco amico come ha sottolineato qualcuno o siamo di fronte al naturale epilogo del momento di difficoltà che sta attraversando il M5S?

Ci sono ragioni più intime, ma bisognerebbe chiederlo al diretto interessato. D’altro canto, Di Maio nel suo ultimo discorso non ha nascosto che ci fossero problemi interni, ma era noto a tutti considerate alcune dichiarazioni di taluni elementi di spicco. Questo ha creato dei dissidi. Non sono congetture. Erano dichiarazioni presenti su tutti i giornali.

Senza ombra di dubbio a Di Maio va riconosciuto il fatto di aver lasciato in eredità un’organizzazione più strutturata, retta da figure chiave che vanno dalla dimensione nazionale a quella locale, pensiamo ai facilitatori regionali. Siamo passati da un’organizzazione “liquida” a una maggiormente articolata.

Certamente, avendo lavorato al fianco di Di Maio al Ministero del Lavoro, questa situazione non può che dispiacermi. Abbiamo portato a casa provvedimenti importantissimi, a partire dal Decreto dignità che ha dato un lavoro stabile a centinaia di migliaia di persone. Numeri così alti riferiti all’occupazione non si registravano dal 1977. Grazie al Reddito di Cittadinanza ci sono 2 milioni e mezzo di persone che hanno la sicurezza di poter mettere insieme il pranzo con la cena. E in un periodo dove la povertà è ancora imperante, sicuramente, non sono risultati da sottovalutare. Non va dimenticata la lotta ai privilegi… Purtroppo queste misure non sono state abbastanza valorizzate. In questo, i media ci hanno messo del loro.

Oltre al fuoco amico, quindi, Di Maio ha dovuto subire l’attacco della stampa mainstream. È stato un gioco al massacro che non meritava.

Dopo i risultati poco confortanti ottenuti dal M5S in Emilia Romagna e in Calabria dove, rispettivamente, Simone Benini ha incassato il 3,47% e Francesco Aiello il 7,3%, Vito Crimi ha parlato dell’avvio di “un lavoro di organizzazione che consentirà un maggiore coordinamento e permetterà di essere più presenti sui territori”. Nel Bresciano qual è la situazione?

Sono presenti alcuni gruppi locali molto attivi: in Franciacorta, in Valtrompia, in Valcamonica, nella Bassa Bresciana come sul Garda e in città. Ai gruppi spetta il compito di portare le istanze del territorio agli Stati generali.

I parlamentari bresciani, però, sono pochi. Vito Crimi, oggi, oltre all’incarico nell’esecutivo ha anche un ruolo di primo piano come reggente. È estremamente difficile, per noi, essere presenti capillarmente su tutto il Bresciano. Anche i numeri dei consiglieri comunali sono risicati rispetto ad altre aree del Paese dove il consenso è più elevato. È un fattore che influisce negativamente.

Nelle amministrative cittadine del 2018, molti dei temi proposti dal candidato del M5S Guido Ghidini, a esclusione di quello ambientale, sembravano sovrapponibili a quelli del centrosinistra. Oggi quali sono le priorità?

Eviterei di associare il M5S al centro-sinistra piuttosto che al centro-destra. Il nostro obiettivo è andare oltre. I problemi della città sono molteplici e sicuramente spicca quello ambientale. Viviamo nel distretto industriale più importante d’Europa e questo ha delle conseguenze, non solo in termini di ricchezza. Non dimentichiamo mai che quando parliamo di ambiente, a cascata, trattiamo molte altre tematiche, non ultima la qualità della vita e, quindi, la salute dei cittadini, il nodo inquinamento e le metodologie di riciclo del caso. A Brescia i servizi funzionano. È una città ricca. Ovviamente bisogna creare le condizioni per favorire le Pmi che arrancano. Anche sul fronte precariato è necessaria una maggiore incisività. La lotta alla povertà deve essere costante.

Quindi si riparte dal territorio?

Assolutamente sì. Come è stato in passato. Con Vito Crimi ci conosciamo da 13 anni. Abbiamo iniziato quest’avventura quando il M5S non si chiamava ancora così. Era il tempo dei Meetup. Non c’erano né consiglieri regionali né parlamentari, ma semplici cittadini che si impegnavano nei propri Comuni sviluppando la cittadinanza attiva. Nel nostro piccolo ottenevamo risultati importanti. È fondamentale ripartire con quell’approccio, guardando a ciò che avviene nel Paese, ma occupandosi concretamente del proprio Comune, del proprio quartiere.