La WorldSkills Competition è un evento mondiale pensato per promuovere e valorizzare il mondo delle professioni e dei mestieri. Ragazze e ragazzi giungono da ogni Paese per mettere in mostra il proprio talento.
L’edizione 2019 si è svolta in Russia (Kazan) e come sottosegretario per il Lavoro e le Politiche sociali ho avuto l’onore di rappresentare il Governo italiano. A seguire, il breve intervento che ho pronunciato oggi, sabato 24 agosto, in conclusione della conferenza con i Ministri e i rappresentanti governativi dedicata allo sviluppo dei sistemi di educazione e formazione. Buona lettura!
Buongiorno a tutti.
Sono felice e orgoglioso di essere qui in rappresentanza dell’Italia e di avere l’opportunità di ragionare di sviluppo dell’istruzione professionale, nonché dei modi per migliorare il sistema internazionale di formazione degli specialisti.
La prima osservazione che vorrei fare è la seguente: la creatività è individuale (singolarità), l’innovazione è collettiva (pluralità). Con questo intendo che è indispensabile valorizzare le singole intelligenze in un sistema che sia il più partecipato, articolato e inclusivo possibile.
Ora vi racconterò cosa stiamo facendo in Italia per affrontare le sfide del futuro. In termini generali:
- come Ministero dello Sviluppo economico abbiamo appena costituito una task force di esperti in Intelligenza Artificiale / Blockchain per determinare la strategia da adottare con le migliori intelligenze del Paese;
- contestualmente abbiamo aderito alla Partnership per una Blockchain europea;
- per le imprese abbiamo introdotto il “Chief Innovation Manager” come regista dell’innovazione, per aumentare la produttività e fare sviluppo;
- abbiamo istituito il “Fondo nazionale Innovazione” per sviluppare un ecosistema ideale che promuova l’innovazione finanziando start up tecnologiche come un vero e proprio fondo di venture capital;
- nel comparto scuola abbiamo avviato un piano nazionale per la scuola digitale, per introdurre le competenze digitali fin dalle scuole primarie;
- infine, abbiamo avviato la riforma dei centri per l’impiego con investimenti maI fatti prima.
Ora un focus sul sistema formativo ed educativo in Italia.
Siamo concentrati nel ripensamento del vecchio formalismo dei profili professionali e per superare il tradizionale schema di mansioni, professioni e mestieri. Abbiamo infatti bisogno di intervenire direttamente sui nuovi ruoli in atto nei diversi comparti nel mondo del lavoro. Una delle priorità è lo sviluppo di un nuovo sistema educativo in grado di combinare formazione e valorizzazione della persona, abilitazione professionale.
Questo processo avviene coerentemente con gli obiettivi strategici e le aree prioritarie del programma europeo “Istruzione e formazione 2020” (ET2020), insieme a Europa 2020, che è una strategia decennale con l’obiettivo di una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.
Nonostante lo scenario complesso, siamo riusciti a rispettare il quadro legislativo europeo sull’IFP, in particolare sull’apprendistato, l’apprendimento permanente e la certificazione delle competenze.
Una delle questioni principali nell’agenda della politica dell’IFP è l’apprendistato, strumento primario per promuovere il lavoro dei giovani.
Il quadro giuridico nazionale sull’apprendistato prevede l’apprendistato come contratto di lavoro e comprende sia la formazione sul posto di lavoro, sia la formazione in classe; è strutturato su tre schemi principali rivolti a diversi gruppi target di giovani:
- Apprendistato che porta a un certificato di operatore professionale e un diploma di tecnico professionale, un diploma di scuola secondaria superiore, una certificazione di specializzazione tecnica superiore;
- Tirocinio formativo professionale;
- Apprendistato per istruzione superiore e ricerca.
Diversi i vantaggi e i risultati delle recenti riforme, per esempio:
- migliore qualità della formazione fornita sul posto di lavoro;
- migliore integrazione delle competenze acquisite attraverso l’istruzione e l’apprendimento formale con quelle acquisite sul posto di lavoro;
- migliore transizione scuola-lavoro;
- riduzione degli abbandoni scolastici “precoci”;
- aumento del livello di istruzione della popolazione;
- sviluppo della mobilità verticale e orizzontale;
- aumentare dell’attrattività per i discenti e le imprese grazie a incentivi finanziari e misure di semplificazione per l’assunzione di giovani, anche disoccupati o giovani NEET.
Negli ultimi anni l’Italia ha compiuto passi significativi per riformare il proprio sistema di apprendistato e per:
- introdurre un’alternanza obbligatoria nell’istruzione secondaria superiore, compresa l’Istruzione e la formazione professionale;
- assicurare il coinvolgimento dei datori di lavoro nell’apprendimento basato sul lavoro attraverso accordi e incentivi;
- assicurare misure finalizzate al miglioramento dei meccanismi di garanzia della qualità e il sistema di informazione che guida lo sviluppo della Formazione iniziale e continua;
- avviare una strategia nazionale per il sostegno e lo sviluppo di competenze chiave nell’IFP iniziale.
In conclusione, tutte le iniziative promosse dai governi sono utili nel perseguimento della transizione dell’attuale rivoluzione tecnologica. Ma la chiave per affrontarla al meglio è quella di mettere al centro la persona e renderla il tassello centrale della società: questo è ciò che ho imparato nella mia vita.
Gli investimenti nelle tecnologie emergenti devono andare di pari passo con gli investimenti nel capitale umano. Ciò significa inevitabilmente coinvolgere tutta la società, compresi gli ultimi, gli emarginati sociali abbattendo le barriere delle diseguaglianze sociali. In questo senso reddito minimo garantito e salario minimo sono misure veramente importanti da adottare.
La globalizzazione deve essere una occasione per condividere sapere, opportunità, lavoro, tutele, benessere.
Grazie per l’ascolto e grazie per l’invito.
Il video del mio intervento alla World Skills Competition 2019 (Kazan, Russia, 24 agosto 2019)