Da cinque giorni non mangia né assume i farmaci per il diabete e la cardiopatia che lo ha colpito dieci anni fa: Antonio Frosolone, 51 anni, operaio del reparto logistico Fiat di Nola, da sei anni in cassa integrazione, venerdì scorso ha deciso di lasciarsi andare, e con un post pubblicato sul social network Facebook, ha annunciato le sue intenzioni, deciso ad andare avanti fino a quando, dice, non riconquisterà la sua “dignità personale, riavendo il lavoro”, oppure fino “‘alla morte, se non ritroverò me stesso per la strada”.
Un post che ha allarmato i colleghi, uno dei quali, Tommaso Pirozzi, non riuscendo a rintracciare l’uomo, ha avvertito i carabinieri preoccupato da eventuali gesti che l’operaio, che vive a Lago Patria, avrebbe potuto compiere contro se stesso, dopo i suicidi, avvenuti a febbraio e maggio di quest’anno, di altri due cassaintegrati del reparto logistico di Nola.
Proprio poche settimane fa ho depositato una interrogazione parlamentare sul dramma dei suicidi ( http://goo.gl/ZK1JO8 ), con particolare riferimento agli stabilimenti Fiat di Pomigliano e al Polo Logistico di Nola che vedono perdurare una situazione che ha del grottesco. Un Polo Logistico creato ad arte per dividere gli operai dello stabilimento di Pomigliano e per mettere sotto i piedi la dignità dei lavoratori. Il Ministro interrogato ancora non ha risposto.
A questo punto faccio appello all’AD di Fiat, Sergio Marchionne, di interessarsi immediatamente della questione e di risolverla una volta per tutte!
La Fiat non si può permettere altre morti sulla coscienza.
Questo è il profilo FB di Antonio, chiedetegli l’amicizia e fategli sentire un po’ di affetto. In questi tragici momenti è la miglior cosa che si possa fare https://www.facebook.com/frosolone.antonio?fref=ts Grazie!