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Sono già 4.971 le nuove imprese nate nel settore dell’edilizia sull’onda del Superbonus 110%.

Lo certifica l’ultima analisi di Unioncamere, che ha esaminato i dati delle attività avviate nel terzo trimestre 2020: ben +3.691 quelle specializzate nel settore costruzioni, con la Lombardia al centro del processo virtuoso (+536) e la provincia di Brescia (+58) protagonista insieme alle province di Milano (+239) e Varese (+68).

E’ proprio Unioncamere a sottolineare che la maxi agevolazione – pensata e voluta dal MoVimento 5 Stelle per stimolare la ristrutturazione, la riqualificazione energetica e il consolidamento antisismico del patrimonio edilizio italiano – ha “inciso sulla vitalità di un settore cruciale come quello delle costruzioni che, tra luglio-settembre, a livello nazionale si segnala per un incremento dello 0,6% su base trimestrale: il doppio rispetto allo stesso periodo del 2019”.

Per noi la domanda è stata proprio: come tutelare l’ambiente e il suolo, creare nuova occupazione e rilanciare l’economia con un’unica misura? La risposta è in una maxi agevolazione fiscale che non solo orienta il settore dell’edilizia verso principi di sostenibilità, ma garantisce ai proprietari un guadagno anche economico, oltre a un netto risparmio sui consumi.

I primi risultati confermano le nostre previsioni, delle associazioni di categoria e dei vari centri studi. Ricordo che per la sola provincia di Brescia – dove l’edilizia muove ogni anno 4,7 miliardi e nella quale l’80% del patrimonio edilizio risale a prima del 1974 – il Cresme stima in 3,5 miliardi di euro l’impatto economico della misura.

Chiaramente a ogni nuova impresa corrisponderanno diversi posti di lavoro, dunque l’effetto moltiplicatore sull’economia sarà assolutamente consistente.

E’ anche per questo motivo che con il Decreto Rilancio abbiamo potenziato il Superbonus rendendolo applicabile alle seconde case, alle cooperative di costruzione, al Terzo settore e alle Onlus, con l’inclusione di voci importanti come la coibentazione dei tetti, le asseverazioni, le demolizioni e ricostruzioni. Non dimentichiamo che un bonus del 90% è previsto anche per la ristrutturazione delle facciate.

Ora però grazie al Recovery Fund vorremmo estendere la validità del provvedimento ben oltre la scadenza di dicembre 2021, cioè almeno fino al 2024. Per generare un vero cambio di paradigma economico e culturale nei territori è infatti necessario rendere duraturi i benefici della misura.

L’ultimo auspicio è che nel dibattito pubblico si inizi a riconoscere gli sforzi compiuti dal Governo e dal Parlamento per sostenere la domanda aggregata e gli investimenti, che sono il vero motore per stimolare la ripresa dell’economia e per la creazione di nuovi posti di lavoro.