È servito un umile giardiniere di San Francisco di nome DeWayne «Lee» Johnson per far conoscere al mondo la nocività degli erbicidi chimici.
Il valore di questa sentenza va ben oltre i 289 milioni di dollari di risarcimento in favore della famiglia di Lee. La sentenza mette a nudo le responsabilità di una multinazionale come la Monsanto che fattura miliardi di dollari avvelenando il pianeta.
Da anni mi batto contro l’utilizzo di questi veleni che, purtroppo, vengono sparsi ovunque, anche da chi cura il verde urbano nei nostri Comuni. Sono quasi dieci anni che con il gruppo locale cerchiamo di sensibilizzare le Amministrazioni a prevedere soluzioni alternative ai disseccanti di sintesi. Direi che è giunta l’ora di prendere coscienza e mettere al bando l’utilizzo di questi veleni prima ancora che arrivi una direttiva europea che lo imponga, e soprattutto prima che qualcuno si inventi un prodotto con una nuova etichetta “sporca” come la precedente.
Del resto i produttori hanno sempre dichiarato che il principio attivo “glifosato” non è cancerogeno ed è sicuro. Come del resto lo era il PCB, che ha avvelenato la nostra provincia di Brescia “grazie” alla Caffaro.
A proposito di nuove etichette: nel frattempo la multinazionale tedesca Bayern ha acquisito la Monsanto e già sta pensando a un nome nuovo.
Antenne dritte sempre!