Oggi l’Oxfam ci dice che in Italia un 5% di ricchi possiede tanto quanto il 90% dei più poveri. Quel 5% rappresenta il 43,7% della ricchezza nazionale: è una forbice che dal 2009 si allarga sempre più, ma i vari governi che dal 2009 si sono succeduti si sono davvero mai preoccupati dei poveri? La risposta è no.
Nel nostro Paese la povertà assoluta sfiora il livello più alto mai registrato negli ultimi quindici anni. Ricordiamo che a metà dello scorso anno l’Istat certificava l’aumento delle disuguaglianze ponendo a confronto i dati disponibili dal 2005 e indicava un aumento della povertà sia assoluta, sia relativa. Sul totale della popolazione i poveri assoluti sono passati dal 7,9% dell’anno precedente al 8,4% (5 milioni e 58 mila individui), mentre le persone in povertà relativa sono passate dal 14% al 15,6% (9.368.000 individui).
C’è bisogno dunque di redistribuire la ricchezza e colmare le diseguaglianze. Questo governo lo fa, e massicciamente. Qualche esempio? Tassiamo le multinazionali del web da un lato e sosteniamo dall’altro, con il Reddito di Cittadinanza, tutti coloro i quali hanno bisogno di ripartire. Non si può che ripartire dal lavoro dignitoso, dalla formazione e dall’inclusione con risorse che ammontano già da aprile prossimo a 7,1 miliardi per il 2019.
Per contrastare la povertà il Movimento 5 stelle sta sviluppando un piano di azione a 360 gradi. Con un disegno di legge il Parlamento ha appena avviato i cantieri per introdurre un salario minimo orario, mentre con il Decreto Dignità abbiamo già ottenuto risultati importanti nella lotta al precariato, alla delocalizzazione selvaggia delle imprese e all’azzardopatia.
Sul piano degli investimenti, consapevoli del ruolo strategico che in questo contesto hanno le risorse da destinare alla sanità e all’istruzione, con la manovra del popolo incrementiamo il fondo sanitario nazionale e stanziamo quasi 300 milioni in più in due anni per il funzionamento delle scuole. Sempre nell’ottica di un aiuto concreto per chi sta peggio, investiamo 350 milioni di euro per ridurre le liste di attesa per visite ed esami. Tra le altre cose, in legge di bilancio abbiamo incrementato il fondo per le non autosufficienze, per l’assistenza agli studenti con disabilità e abbiamo reintegrato il “dopo di noi”!
Sono grandi risultati per i pochi primi mesi di governo. Già nelle prossime settimane ne arriveranno tanti altri, sempre nel segno del nostro motto “nessuno deve rimanere indietro”.