420 campi da calcio cementificati in tre anni per un totale di 300 ettari in poco più di 1000 giorni.
Impossibile non rimanere impressionati davanti ai dati sul consumo di suolo in Provincia di Brescia presentati dall’Ispra in settimana. Un problema che non si arresta e che avrebbe richiesto misure forti, coraggiose.
Oggi chi governa la Regione si vanta di avere approvato la prima legge regionale contro il consumo di suolo. In realtà questa legge fissa il termine per l’azzeramento della cementificazione al 2050 e, nel frattempo, consente ai Comuni di cementificare un po’ come vuole: basti vedere quanti ettari edificabili sono ancora inseriti nei Pgt comunali: 8.644 ettari!
I dati più recenti sul consumo di suolo in Italia sono stati presentati la scorsa settimana. Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale il consumo di suolo produce anche danni economici per oltre 820 milioni di euro a livello nazionale e tra i 22,3 e i 27 milioni di euro a livello della sola provincia di Brescia, già soggetta a forti rischi e problemi di natura idrogeologica.
Nel 2014 i portavoce regionali del Movimento 5 Stelle hanno proposto misure per non consumare più un centimetro di terra fertile e per recuperare l’esistente, ma la Giunta di Maroni se n’è guardata bene dall’intervenire nella pianificazione urbanistica dei Comuni (peraltro imponendo in Commissione la tagliola degli emendamenti e il contingentamento del tempo di intervento). I dati e le prospettive per il futuro continuano a darci ragione: per porre fine a un’emergenza servono misure coraggiose e drastiche, non finte inversioni di rotta per non scontentare gli interessi dei costruttori.
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Per approfondire, scarica e leggi il rapporto 2016 di Ispra sul consumo di suolo in Italia.
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