Il Giornale di Brescia di oggi racconta che nella nostra provincia sono presenti 104 immobili confiscati alle mafie. Per altri 121 invece la procedura è ancora aperta. Oltre a case, garage e terreni agricoli, non bisogna dimenticare le 24 aziende risultate infiltrate, 7 delle quali sono state già confiscate.
Siete sorpresi? Anche io, ma pensate che questi dati sono parziali.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, nel Comune di Palazzolo sull’Oglio risultano altri quattro immobili riconducibili a procedimenti per reati di tipo mafioso. A Chiari altri 3 (oltre ai 10 già noti). A Pontoglio l’Agenzia nazionale gestirà l’assegnazione di altri 5 immobili. Altri 2 si trovano a Castrezzato, altrettanti a Capriolo e a Ospitaletto (quest’ultimo vede già un immobile confiscato). E stiamo parlando solo Ovest Bresciano!
Sappiate ora che il decreto legislativo 159 del 2011 chiede ai Comuni di rendere pubblici questi dati mediante l’apertura di apposite sezioni negli albi pretori. Purtroppo quelli che lo hanno fatto bisogna cercarli col lanternino.
Ma c’è di più. Lo stesso decreto consente ai Comuni di assumere una parte attiva e di chiedere l’assegnazione dei beni sottratti alle mafie così da poterli gestire direttamente o affidarli ad associazioni con finalità sociali. Il punto è che tutto questo può essere fatto solo attraverso l’approvazione di un regolamento che stabilisca il protocollo da seguire.
Alla luce di tutto questo gli attivisti di Chiari e Palazzolo faranno alle rispettive Amministrazioni comunali una richiesta simile a quella presentata a Brescia dalla consigliera M5S Laura Gamba.
Per la cronaca, gli attivisti del gruppo Chiari 5 Stelle, che su questo tema lavorano da mesi, saranno in campo già sabato 11 novembre e il sabato successivo per sostenere quest’iniziativa con una petizione popolare. Una mano tesa all’Amministrazione in carica nel solo interesse della giustizia e dei cittadini.
Intervista a Telecolor sui beni confiscati alle mafie (10 novembre 2017)