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Molti cittadini non sanno nemmeno che esistono i centri per l’impiego. Del resto delegare quasi completamente le politiche attive e del lavoro alle agenzie private non poteva che portare a risultati piuttosto deludenti. Al di là di alcune esperienze decisamente interessanti ed esemplari, i locali sono talvolta fatiscenti, l’organico è spesso insufficiente e non adeguatamente formato, mentre le banche dati provinciali, regionali e nazionali non sono in collegamento. Risultato: basse percentuali di incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Lo denunciavo già nella scorsa Legislatura: in Italia per ogni operatore ci sono circa 300 disoccupati, mentre in Germania il rapporto è 1:24, nel Regno Unito 1:30 e in Francia 1:65. Se fossimo “normali”, ora che siamo alla guida del Paese faremmo finta di niente. Invece ci piacciono le sfide difficili e questa l’abbiamo messa bene in evidenza nel Contratto di Governo.

La road-map l’abbiamo illustrata e discussa martedì con le Regioni. Ecco le novità di quello che abbiamo chiamato Piano di sviluppo della rete dei centri per l’impiego:

  • PERSONALE: Facciamo investimenti per rafforzare l’organico nel numero e nelle competenze, dando vita alla figura dell’operatore per i servizi del lavoro. Nei centri per l’impiego non vogliamo solo “sportellisti”, ma psicologi del lavoro, orientatori, formatori e – in genere – personale qualificato.
  • RESTYLING: Per i centri per l’impiego definiamo parametri unici validi per tutto il territorio nazionale. Unico logo, simile logistica, uguali standard di servizi. Da luoghi del fallimento e della sconfitta, i centri per l’impiego torneranno nell’immaginario collettivo come servizio irrinunciabile e vincente.
  • BANCHE DATI: Creiamo un software unico e un sistema informativo del lavoro per collegare le banche dati. La cooperazione tra enti come Inps e Miur è fondamentale per la condivisione dei dati, che avverrà naturalmente nel rispetto della privacy e delle indicazioni del Garante. L’aggiornamento delle banche dati sarà fondamentale anche nella gestione del reddito di cittadinanza (che, ricordo, sarà percepità dal 47% delle famiglie del Centro Nord).
  • STRUMENTAZIONE: Garantiamo una dotazione strumentale e informatica, ma anche connettività adeguata al personale e al bacino di utenti di riferimento.
  • TECNOLOGIE: Con l’intelligenza artificiale, la Blockchain e altri strumenti di “business intelligence” snelliamo e velocizziamo le procedure. Soprattutto, costruiamo un fascicolo elettronico per ciascun lavoratore. La disponibilità di profili aggiornati rappresenterà una miniera d’oro per le imprese in cerca di figure adatte. Anche grazie ad altri incentivi concreti, le aziende saranno invogliate a rivolgersi ai centri per l’impiego.

Naturalmente in tutto questo sarà fondamentale un’analisi puntuale delle tendenze e dei risultati. Compito, questo, di cui si farà carico Anpal, che dovrà fornire piani di monitoraggio trimestrali.

Un principio unirà queste linee guida: la regia delle politiche attive deve tornare pubblica, nell’interesse di tutto il Paese. Faremo tesoro delle pratiche virtuose e ben vengano le partnership con il privato, ma la linea di fondo dev’essere indiscutibile. Le Regioni quindi, con cui inizia un aperto confronto, svilupperanno i propri Piani regionali di sviluppo dei centri per l’impiego, anche implementando i servizi offerti, purché nel quadro delle indicazioni e dei parametri stabiliti a livello nazionale.