Ancora una volta Brescia ha detto “Sì” all’acqua pubblica.
Con il referendum consultivo di ieri oltre 96 bresciani su 100 (96,64%) hanno ribadito che la gestione dell’acqua deve rimanere pubblica. Un risultato perfino superiore a quello ottenuto nel 2011, quando a scegliere l’acqua pubblica furono, a livello nazionale, il 95,8% dei votanti.
Il fatto che 216.000 bresciani siano andati alle urne per opporsi alla vendita del 49% delle quote dell’attuale società di gestione è indubitabilmente un ottimo risultato: un risultato ottenuto nonostante la scarsa pubblicizzazione della consultazione, i tentativi di boicottaggio, le giravolte di partiti che hanno scelto il “Sì” solo per opportunità e non hanno mosso un dito per promuoverne le motivazioni. Ricordiamo che per sette anni del referendum del 2011 è stata fatta carta straccia: proprio questo disprezzo della volontà popolare ha portato molti cittadini a credere che votare sia inutile!
Una cosa è certa: oggi non c’è proprio nulla da interpretare. I nostri amministratori devono tenere conto del risultato e dimostrare nei fatti di amare tanto la democrazia, quanto i beni comuni. Che dimostrino insomma la serietà e la responsabilità dimostrate dai Meetup locali e da decine di attivisti scesi in campo per la campagna referendaria nonostante i tempi stretti, dal Comitato Brescia Acqua Pubblica e da tutti coloro che, mai rassegnati alla politica dei pochi, hanno espresso il loro voto. A loro va il mio grazie e il grazie delle future generazioni.